È la seconda forma di tumore per le donne ma questo semplice controllo potrebbe evitare conseguenze peggiori

tumore

Secondo i dati del rapporto AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), in Italia ci sono all’incirca 1.030 nuovi casi di tumore al giorno. Un numero considerevole, perché spesso quella scoperta segna l’inizio di un calvario. Una sorte di spartiacque tra un prima e un dopo, dove il futuro potrebbe non essere più come prima.

Eppure un buon numero di casi (il 40% circa) potrebbe essere prevenuto mettendo in campo due robuste misure di contrasto. Cioè adottare uno stile di vita sano, che vuol dire curare l’alimentazione e assicurare il movimento fisico (abbiamo già svelato tutti i dettagli al riguardo). In secondo luogo, diagnosticarlo in tempo, laddove possibile, prima che si manifestino le criticità tipiche di un tumore. Insomma, il classico “prevenire è meglio che curare”.

Il tumore del colon-retto, ad esempio, è la seconda forma di tumore per le donne ma questo semplice controllo potrebbe evitare conseguenze peggiori. Stiamo parlando dello screening (cioè controllo) per questa forma di neoplasia.

Lo screening per il tumore del colon-retto

Secondo i dati, il tumore del colon-retto è la terza forma tumorale per gli uomini e la seconda per le donne. Si origina quasi sempre da tumori benigni dovuti al proliferare delle cellule della mucosa intestinale. Poi in media impiegano tra i 7 e i 15 anni per trasformarsi in forme maligne.

È proprio in questo arco di tempo che lo screening per il tumore del colon-retto può fare la differenza. Agire d’anticipo, facendo una diagnosi precoce, servirebbe ad eliminare questi polipi prima che diventino pericolosi.

In cosa consiste questo screening

I polipi hanno due caratteristiche. La prima è che tendono a sanguinare, la seconda è che spuntano lungo la mucosa e quindi sono visibili.

Ecco allora spiegato perché il primo esame di screening passa per il test del sangue occulto nelle feci, svolto ogni 2 anni nei pazienti tra i 50 e i 69 anni. Nell’analisi delle feci si vede se ci sono tracce di sangue nascosto, cioè non visibile ad occhio nudo.

Oltre alla ricerca del sangue delle feci, a volte si procede con la rettosigmoidoscopia. Si tratta di un esame endoscopico, cioè di un’analisi diretta dell’ultima parte dell’intestino, dove si forma la gran parte di questi tumori. Questo esame viene eseguito una sola volta all’età dei 58-60 anni.

È la seconda forma di tumore per le donne ma questo semplice controllo potrebbe evitare conseguenze peggiori

Se questo primo test di screening ha dato esito positivo (ad esempio ha evidenziato tracce di sangue nelle feci) si passa alla fase due.

Lo step successivo prevede infatti l’esecuzione di una colonscopia, un esame di approfondimento. L’esame endoscopico si svolge attraverso una sondina flessibile e dotata di telecamera.

In questo modo si ottengono due grandi risultati. Primo, si ha la possibilità di visualizzare il reale stato di salute del colon-retto. Inoltre, se nel corso dell’esame si dovesse constatare la presenza di polipi, sarebbero rimossi nel corso della stessa seduta.

Non resta quindi che consultare il proprio medico di base, per capire cosa fare e come agire al riguardo.

Approfondimento

Con circa 7 anni di terapia aumenta la sopravvivenza per le donne con questo tumore.