Cosa fare in caso di revoca del fido bancario

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Il fido bancario è uno strumento di credito che permette al titolare di avere una riserva di liquidità sempre disponibile. In passato, le banche concedevano quasi automaticamente un fido alle imprese ed ai liberi professionisti.

Oggi però, gli Istituti sono sempre meno propensi ad attivare fidi di conto corrente, in particolare a favore dei privati. Spesso, anzi, tendono a revocare o ridurre quanto precedentemente accordato. Per molti correntisti può quindi capitare di dover riorganizzare la propria gestione finanziaria a causa delle decisioni della propria banca. In questo articolo analizzeremo cosa fare in caso di revoca del fido bancario e quando il recesso della banca è illegittimo.

Una decisione unilaterale

I contratti di fido prevedono la possibilità di modifica unilaterale da parte della banca ma ci sono delle regole da rispettare. Per i contratti a tempo indeterminato l’Istituto può revocare la linea di credito in qualsiasi momento notificando al cliente la propria decisione. Per i contratti a termine, invece, il recesso va motivato e preannunciato con almeno 15 giorni di anticipo.

La Corte di Cassazione con la sentenza 17291/2016 ha dichiarato illegittime le revoche prive di adeguata giustificazione. Per i giudici la banca non può abusare della propria posizione dominante annullando un affidamento senza comprovati ed oggettivi motivi. L’Istituto dovrà quindi dimostrare quali situazioni siano sopravvenute in capo al cliente, come ad esempio protesti o segnalazioni negative in banca dati. Analizziamo ora cosa fare in caso di revoca del fido bancario notificata correttamente dall’Istituto.

Cosa fare in caso di revoca del fido bancario

La raccomandata della banca normalmente propone un piano di rientro, ossia una rateizzazione del debito in un determinato arco temporale. Il primo passo è chiedere un appuntamento al direttore della filiale e cercare un accordo soddisfacente per entrambi. Il cliente potrà anche difendersi in maniera più decisa chiedendo una perizia econometrica ad un professionista qualificato.

Con questo documento sarà poi possibile contestare la revoca scrivendo alla sede legale della banca. In caso di risposta negativa si potrà presentare un ricorso all’Arbitro bancario finanziario o direttamente in tribunale. Il successo di questa iniziativa è però tutt’altro che scontato e il correntista farà bene a cercare anche delle alternative. La prima cosa da fare sarà contattare altre banche e valutare con esse la possibilità di aprire un nuovo conto. Qualora non si trovasse una banca disponibile a concedere un affidamento, si potrà ricorrere alla soluzione alternativa descritta in un nostro recente approfondimento.