I contributi volontari versati dal lavoratore in forma autonoma, sono utili al perfezionamento dei requisiti per la pensione; ma anche per incrementare il trattamento pensionistico. Analizziamo, quindi i lavoratori che possono presentare domanda, e cosa succede con i contributi volontari pagati in ritardo, l’INPS restituisce i soldi?
Requisiti e domanda
Per poter versare i contributi volontari, bisogna richiedere autorizzazione all’INPS. Può fare domanda il lavoratore che non presta attività lavorativa di nessun tipo. Però, la domanda è subordinata all’interruzione del rapporto di lavoro.
Ci sono delle eccezioni e sono:
a) periodi brevi di sospensione di lavoro assimilati alla cessazione o interruzione di lavoro;
b) attività lavorativa svolta con contratti di lavoro part – time;
c) integrare i versamenti per attività settore agricolo.
L’autorizzazione all’INPS può essere chiesta anche dai lavoratori iscritti alla Gestione Separata.
Solo dopo aver inviato l’autorizzazione, l’INPS controlla l’istanza e invia al lavoratore la domanda di accoglimento con i relativi bollettini da pagare, oppure, il diniego con la motivazione di scarto.
Non tutti possono chiedere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari. Bisogna avere dei requisiti specifici:
a) almeno cinque anni di contributi che corrispondono a 260 settimane;
b) oppure almeno tre anni di contributi nei cinque anni che precedono la domanda.
Contributi volontari pagati in ritardo, l’INPS restituisce i soldi?
I contributi volontari hanno delle scadenze precise. Infatti, una recente Ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 19054 del 14 settembre 2020, ha esaminato il caso di un lavoratore che ha versato i contributi in ritardo e ha chiarito cosa succede in questi casi.
Contributi volontari pagati in ritardo, l’INPS restituisce i soldi? I giudici hanno stabilito che il pagamento effettuato con bollettino postale in ritardo, non fa decadere il diritto del versamento dei contributi volontari.
Ma la contribuzione volontaria pagata in ritardo non copre il periodo assicurativo del trimestre corrispondente al versamento tardivo. Inoltre, l’ordinanza chiarisce che i contributi versati in ritardo non utili alla copertura assicurativa, devono essere rimborsati dall’INPS.