ROMA (Reuters) – Confindustria chiede che la politica sappia gestire un contesto preoccupante garantendo che l’Italia si muova all’interno della cornice europea con l’obiettivo di ridurre il debito pubblico e senza retromarce su grandi opere come la Tav o complessi industriali come l’Ilva.
Aprendo l’assemblea annuale dell’associazione, il presidente Vincenzo Boccia fa molti riferimenti critici, pur senza citarlo esplicitamente, al contratto di M5s e Lega, chiedendo “saggezza, responsabilità e senso del limite”.
“Non è più tempo di inflazione e il nostro nemico rimane il debito”, dice Boccia citando il Faust di Goethe.
Nel contratto, formalizzato la scorsa settimana, M5s e Lega annunciano una politica di ricorso “appropriato e limitato” all’aumento del deficit e sostengono la necessità di rivedere i Trattati europei in accordo con gli altri Stati membri.
Per Boccia invece “occorre una politica che rassicuri sulla graduale riduzione del debito pubblico creando le precondizioni per la crescita e la creazione di lavoro”.
Anziché “tagli generalizzati di imposte, come la flat tax proposta da M5s e Lega, Boccia chiede “una minore tassazione sui fattori di produzione a partire dal lavoro”.
Anche l’intervento sulle pensioni richiede prudenza e, secondo il capo degli industriali, occorre dare priorità alla creazione di occupazione soprattutto per i giovani.
Dove i riferimenti al contratto sono più espliciti è soprattutto sulle grandi opere. Sarebbe “una enorme perdita di credibilità” mettere in discussione scelte strategiche come quelle su Tav, Tap e Terzo Valico.
È poco comprensibile inoltre prospettare una chiusura dell’Ilva mentre gli Stati Uniti annunciano dazi per aumentare la produzione nazionale di acciaio, dice Boccia.
“Quale messaggio diamo a un investitore, nazionale o straniero, con le incertezze sull’Ilva di Taranto?”, si chiede Boccia che, all’indomani delle elezioni di inizio marzo, si era detto non spaventato dal successo elettorale del Movimento 5 stelle.
Lo stallo perdurante a oltre due mesi dal voto conferma, secondo Boccia, che “bisogna riprendere in mano il cantiere delle riforme istituzionali per garantire la governabilità”.
(Stefano Bernabei e Giuseppe Fonte)