Come gestire i beni in comunione con il coniuge

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Se i coniugi, al momento del matrimonio, non scelgono un diverso regime, si applica in automatico la comunione dei beni. Ma come si possono gestire in concreto i beni in comunione con il coniuge? Comunione non significa che i coniugi debbano compiere insieme e congiuntamente tutti gli atti riguardanti i beni comuni. Anzi possono compiere gli atti di gestione in modo autonomo e disgiunto.

Questo vale per gli atti di ordinaria amministrazione. Invece devono essere presenti entrambi i coniugi per gli atti di straordinaria amministrazione. Per esempio per vendere un bene immobile che fa parte della comunione legale. Se quell’atto è necessario per il bene della famiglia un coniuge può rivolgersi al Giudice per essere autorizzato a compiere ugualmente l’atto. L’autorizzazione del Giudice può servire anche a sostituire il consenso del coniuge che sia lontano o impedito a comparire.

Se invece un coniuge si rivela cattivo amministratore l’altro può, sempre ricorrendo al Giudice, farlo estromettere dall’amministrazione.

Come gestire i beni in comunione con il coniuge

Il cattivo amministratore rimarrà proprietario dei beni in regime di comunione, ma non potrà più amministrarli.

Se uno dei coniugi compie da solo un atto che avrebbe richiesto il consenso dell’altro cosa accade a quell’atto? L’atto è nullo od annullabile se ha ad oggetto beni immobili o mobili registrati come  auto o barche.

Se invece l’atto illegittimo ha ad oggetto beni mobili non registrati il coniuge che ha sbagliato deve ricostituire la comunione riportandola alla sua consistenza precedente. In pratica dovrà provvedere a ricomprare quel bene  o a far annullare quell’atto se possibile. Altrimenti dovrà versare l’equivalente al valore di quel bene in modo che il patrimonio comune venga reintegrato almeno nel suo valore.

Se i coniugi decidono di separarsi o di divorziare nessuna paura. La separazione ed il divorzio determinano lo scioglimento della comunione.

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