L’epidemia da coronavirus costringe le persone a restare casa per proteggere la propria salute.
Per le donne vittime di violenza questa quarantena rappresenta un pericolo per la propria vita.
“Le mura domestiche non rappresentano più per loro né per i bambini un luogo sicuro al contrario un luogo di paura”.
L’ultimo femminicidio è di pochissimi giorni fa. La vittima una giovane ragazza siciliana di 27 anni che al culmine di una lite con il fidanzato con il quale conviveva è stata strangolata.
Purtroppo, anche l’isolamento dovuto alla quarantena rischia di aumentare lo stress delle persone.
Pertanto, le vittime di abusi rischiano due volte: il contagio e la violenza maschile.
Una vera e propria emergenza sociale.
Come difendersi dal partner violento: le linee salvavita in un vademecum
Per questo motivo, la ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti, e le Procure di tutta Italia, sono impegnate con azioni concrete e coordinate a contrastare la violenza di genere.
Hanno predisposto un “vademecum” per le donne vittime di violenza, ad hoc per questa fase di emergenza.
Come si legge sul sito del ministero, si tratta di un protocollo d’intesa firmato dalla ministra Bonetti, dal Presidente della Fofi, dal presidente di Federfarma e dal presidente di Assofarm.
Contiene semplici linee di comportamento salvavita.
Ecco i consigli forniti per come difendersi da un partner violento
La vittima di violenza
–non deve rivelare l’intenzione di lasciare il partner e chiedere aiuto a un centro antiviolenza
–chiamare gratuitamente il 1522, attivo 24 ore su 24 oppure in chat se si teme di essere scoperte dal maltrattante o utilizzare le app 1522 o YouPol
-contattare i Carabinieri al 112 e la Polizia al 113
-portare sempre con sé le chiavi di casa e dell’auto, nonché i documenti personali
-se possibile accantonare anche una piccola somma di denaro per le urgenze
-nei momenti di tensione avvicinarsi alla porta di uscita. Evitare di andare in cucina, dove ci sono oggetti pericolosi che potrebbero trasformarsi in vere e proprie armi.
-preparare uno zainetto per la fuga da tenere nascosto.
“Il Codice Rosso non va in quarantena”
La Legge 19 luglio 2019, n.19, conosciuta come Codice Rosso è un sistema che funziona anche ai tempi del coronavirus.
Come succede nei Pronto Soccorso per indicare le emergenze più gravi, anche la violenza sulle donne avrà una “corsia preferenziale” per combatterla, con indagini più veloci.
Con il cd. Codice Rosso scatteranno pene più severe in casi di violenza sessuale e stalking ed introdotti i reati di revenge porn e fregi al viso oltre allo stop ai matrimoni forzati.
Come ha affermato anche il magistrato Valerio De Gioia, la donna che subisce violenze fisiche e psicologiche anche in quarantena deve denunciare e l’Autorità giudiziaria e le Forze dell’Ordine interverranno subito.
Un sistema dunque quello del Codice Rosso che funziona anche in questa emergenza sanitaria.
Quale misura potrà essere adottata dai magistrati
Come stabilito anche dal Procuratore di Trento, Sandro Raimondi, a seguito delle denunce non saranno più le donne e i bambini a dover lasciare la propria abitazione in caso di violenza domestica, ma verranno trasferiti i maltrattanti trovando disponibilità in altri luoghi trovando disponibilità in altri luoghi.
Saranno, dunque, adottate misure compatibili alla gravità dei casi.
Non abbiate paura di denunciare, non siete sole.
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