Il mercato ha fortemente premiato l’idea del Tesoro di realizzare dopo anni una prima storica emissione di BTP in dollari.
L’idea era di collocare questo BTP in dollari americani per 2/3 miliardi.
Ebbene, sono arrivate richieste per oltre 20 miliardi! Tanto che il Tesoro ha poi portato l’entità dei titoli aggiudicati a 7 miliardi.
Un vero successo!
La forza del dollaro, gli interessanti rendimenti cedolari offerti, le varie durate proposte, nonché una diffusa idiosincrasia all’euro hanno sortito questo speciale effetto sull’asta.
BTP in dollari: un grande ritorno dopo 10 anni
In effetti questa è la prima emissione…dopo ben dieci anni.
Non stiamo dunque parlando di una novità assoluta ma di un qualcosa che era già stato collocato in passato.
Come timing forse, anzi certamente, si poteva arrivare un po’ prima visto che ormai è da oltre un anno che l’euro verso il dollaro ha perso ogni brillantezza.
E, complice i diversi contesti di ciclo economico e le modalità blande con cui UE e BCE rispondono a Casa Bianca e FED, questo divario di forza tra le due valute rischia solo di accentuarsi.
I numeri del collocamento
Al tirar delle somme dunque il Tesoro di BTP ne ha emessi per ben 7 miliardi.
Vediamo come suddivisi.
Infatti precisiamo che l’asta è stata indirizzata su tre diverse scadenze.
Questo l’esito finale: collocati 2,5 miliardi a 5 anni, 2 miliardi a 10 anni e 2,5 miliardi a 30 anni.
Si era partiti con il la guidance che dava il rendimento a 5 anni intorno ai 120 punti sopra il tasso “midswap” in dollari, il decennale a +160 e il BTP a 30 anni a +245. L’esito ha premiato il Tesoro, visto che il rendimento per il titolo a 5 anni è stato del 2,40%, si è arrivati al 2,9% per il titolo a 10 anni e al 4,02%. per il titolo a 30 anni.
Percentuali tra l’altro fortemente premianti se raffrontati con l’1,36%, l’1,54% e il 2,04% dei Treasuries ieri alle date scadenze.
Un’asta che verrà ripetuta
Al dunque lo spread con i corrispondenti Bond governativi USA si aggira all’emissione rispettivamente intorno a 104, 136 e 198 punti base.
Rispetto ai numeri attesi di cui sopra un bel risparmio!
Ma anche per gli investitori americani ed internazionali si è dunque prospettata una grande occasione di investire parte dei capitali su un emittente come l’Italia considerato sicuro.
E coì facendo ottenere rendimenti fuori mercato, da corporate di buona qualità per intenderci.
Per l’Italia si è trattato si è così riaperto un flusso e un legame con il mercato USA, anche in vista di nuove emissioni future.
BTP in dollari: l’effetto cambio
Che il Tesoro punti poi a riguadagnare i maggiori punti pagati in termini di interesse grazie a un recupero dell’euro è scenario difficile da definire tanto più su scadenze così lunghe.
All’oggi pare abbastanza impensabile.
Allo stesso tempo, per gli investitori che ci seguono, dirottare a pari scadenza un 10/20% dei BTP che suggerimmo come portafoglio ideale nei corrispondenti BTP in dollari rappresenta una doppia buona opportunità.
Realizzare il rilevantissimo gain sui corsi dei BTP in euro e così facendo indirizzarsi verso cedole più alte in dollari.
Tra l’altro il volo dei BTP nostrani consentirà di realizzare una scorta di liquidità per un’eventuale futura debolezza del dollaro verso l’euro.
Liquidità che vista l’emissione pressoché alla pari può essere anche reinvestita acquistando più titoli in dollari in termini di valore nominale.
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