Azionario ancora vincente nell’asset allocation?

azionario

L’azionario risulta ancora essere premiante. Le chiusure di agosto non hanno confermato il passaggio di forza relativa a favore dell’oro, sotto il profilo strettamente algoritmico.

Tuttavia, l’indebolimento complessivo delle dinamiche economiche anche in ambito USA consiglia, prudenzialmente, una ricomposizione dell’asset allocation, che potrebbe essere impostata come segue.

Asset allocation

Un 30 per cento resta investito su btp e bund, 15 per cento per ognuna delle due asset class.

Invece si potrebbe destinare una percentuale del 35 per cento ad azionario USA e pari percentuale all’oro.

Tale asset allocation potrebbe essere modificata in successive chiusure mensili.

A prescindere dalle dinamiche internazionali, come elemento contingente tiene banco sempre la crisi italiana.

Vediamo come si stanno mettendo le cose.

Certamente sia nel PD, sia nei 5 stelle, diverse componenti stanno spingendo perché un nuovo governo si faccia.

Compresi coloro che tradizionalmente erano avversi a tale ipotesi.

Da Grillo nei 5 stelle, a Zingaretti e Renzi nel PD.

Tuttavia sarebbe un errore ritenere che gli scogli siano tutti superati e che non possano insorgere ulteriori intoppi o strappi nelle trattative in corso.

Conte quindi potrebbe non sciogliere positivamente la riserva.

La scorsa settimana Di Maio ha presentato un programma in 20 punti, definiti irrinunciabili.

Sono seguiti poi diversi incontri politici, tutti commentati all’insegna di un certo ottimismo.

Azionario  e crisi italiana

Ma non è stato chiarito se su questi punti sia stata raggiunta effettivamente una qualche forma di accordo, oppure ci siano ancora delle distanze.

Personalmente, a parte alcuni elementi molto generici, e quindi, come tali, condivisibili da chiunque (poi però bisogna vedere quali provvedimenti diano attuazione concreta ai diversi punti enunciati), ho trovato particolarmente illuminanti i punti relativi ad economia, giustizia e Tav.

Sull’economia, Di Maio ha detto molto poco.

Si è limitato a richiamare la necessità di evitare l’aumento dell’Iva, unitamente a salario minimo e taglio del cuneo fiscale.

Ma spesso un documento è assai più interessante per quello che non dice, invece che per quello che dice.

Nulla su come trovare le coperture.

E, quindi, non si capisce, ad esempio, se a tal fine i pentastellati sarebbero d’accordo quanto meno nel rivisitare misure come il reddito di cittadinanza.

Per non parlare, poi, delle opere pubbliche.

Che fine farà la Tav?

Non si sa. Il documento si limita a dire basta trivelle.

Già, ma sulla Tav cosa dovremmo attenderci?

Le incognite per il nuovo governo in pectore

Nuovamente una votazione di netta contrapposizione tra i due partiti al governo? Oltre che tra pentastellati e Conte, visto che anche il premier si era dichiarato favorevole?

Quanto alla giustizia, si fa riferimento soprattutto alla riduzione dei tempi, ma di cosa dovrebbe succedere in materia di prescrizione penale, neppure una parola.

In altri termini, restano sul tavolo tutti quei nodi che hanno portato, nel tempo, prima alla consunzione, poi alla crisi del governo giallo-verde.

Quando si dice che sono stati fatti passi avanti, sarebbe interessante capire se su questi punti si è trovata una quadra, un accordo.

Personalmente non credo, altrimenti lo si sarebbe detto chiaramente.

Il rischio, quindi, se governo sarà, è che si tratti di un nuovo esecutivo con quegli elementi di potenziale deflagrazione, che già hanno condotto alla crisi attuale.

Anche la proposta del PD, appoggiata pure da Grillo, di rinunciare ai vicepremier, pone diversi problemi.

In primis a Di Maio, la cui leadership potrebbe essere messa in forse.

Ma poi, nel complesso, a tutta la componente che potremmo definire dei pentastellati dubbiosi, in quanto il venir meno di un vicepremier grillino potrebbe essere considerato elemento di debolezza nelle garanzie sulla attuazione dei programma pentastellato.

Infine, vorrei ricordare che, ammesso che l’accordo si trovi, resta sempre l’incognita della piattaforma Rousseau, e già sono intervenute diverse dichiarazioni di esponenti e militanti contro l’ipotesi di questo governo, tale da poter influire non poco sul voto.

Voto che, a quanto pare, si terrà domani, con un quesito molto chiaro, che sarebbe il seguente: Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”.

Non è quindi solo un incastro di ruoli e di poltrone, non si tratta solo di evitare i vicepremier o invece di confermarli, come parrebbe invece essere nell’interesse prevalente di Di Maio.

Esiste anche quel dna dei pentastellati, che erano nati per dare voce in primis alla base, base che potrebbe sconfessare le opinioni pure di personaggi autorevoli o fondatori, come Grillo o Casaleggio.

La mia opinione è, quindi, che la situazione sia molto più in salita di quanto affermano taluni. Quindi l’azionario italiano potrebbe ritornare sotto pressione.

Comunque non resta che attendere gli eventi e seguire l’evolversi della situazione.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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