Allarmanti i dati forniti su Autostrade per l’Italia dal settore Ricerche di Mediobanca (MIL:MB) per conto de Il Sole 24 ore: degli oltre 6 miliardi di dividendi in entrata, i soci di Aspi hanno destinato poco più di 500 milioni per garantire l’ordinaria manutenzione e la messa in sicurezza delle nostre strade. Al contrario, cedole e ricavi sono cresciuti in misura considerevole da 2,9 a 3,6 miliardi.
Automobilisti italiani in pericolo
Considerati i mancati interventi manutentivi sulle autostrade, si conferma in costante pericolo l’incolumità di milioni di italiani che quotidianamente sono costretti ad utilizzare l’auto.
Né può dirsi archiviata la memoria del disastro umano provocato dal cedimento del ponte Morandi. Tuttavia, permangono invariati il cattivo stato e la precarietà di infrastrutture e reti stradali.
Richiesto, pertanto con urgenza, l’intervento della ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli che ha promesso un’assunzione di responsabilità e misure nell’immediato futuro.
“Progetto Argo”
Realizzato dalla società di consulenza americana McKinsey, il progetto Argo prevede al di là di una riduzione dei costi di pedaggio, l’adozione di un software in grado di fornire informazioni aggiornate sullo stato delle opere in corso.
Inoltre la possibilità di sorvegliare la rete delle autostrade tramite il ricorso a sensori e droni. Implementando la tecnologia, gli analisti di McKinsey mirano con questo nuovo piano a digitalizzare l’apparato organizzativo e gli asset.
Promesse da marinaio?
A giugno 2018 risale la mancata approvazione da parte del Governo del progetto con cui Autostrade per l’Italia avrebbe garantito l’investimento di 4,8 miliardi in un arco di tempo compreso tra il 2020 e il 2023. Ciò avrebbe implicato un aumento del 40% rispetto ai quattro anni precedenti delle spese da destinare a lavori di manutenzione e miglioria. Di fatto, i dati forniti dalla Vigilanza sulle concessionarie del Ministero dei Trasporti rivela effettuato solo l’82% degli investimenti preventivati tra il 2008 e il 2016.Suona pertanto scandalosa la promessa di ingenti sforzi finanziari tesi a garantire funzionalità, efficienza e sicurezza di strade, gallerie, viadotti e ponti.
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