Talvolta siamo così concentrati nel preparare ottime composizioni che ci dimentichiamo di riflettere sulla migliore procedura di conservazione degli alimenti. Questo aspetto, con riguardo alla maggior parte degli ingredienti, non ha grosse conseguenze. Potrebbe, tuttalpiù, portare delle perdite economiche legate al fatto di dover buttare una parte degli acquisti. Certo, a fine anno il conto potrebbe essere particolarmente salato. Per questo motivo in passato abbiamo dato qualche consiglio per risparmiare fino a 5000 euro sul conto della spesa .
In altre preparazioni, però, questo tema diventa centrale e potrebbe toccare anche la nostra libertà personale, oltre che la sofferenza di alcuni animali. Così, dobbiamo stare veramente molto attenti. Infatti, sono piatti che magari vorremmo preparare per momenti quali festività e celebrazioni. Ma questi potrebbero portare conseguenze molto gravi.
Attenzione massima quando conserviamo questo alimento perché potremmo finire in grossi guai
Alcuni di questi casi sono arrivati ad essere giudicati presso le aule dei Tribunali. Ecco perché dovremmo ascoltare le indicazioni date dalla legge e dalle sentenze. Forse, infatti, siamo grandi appassionati di questo prodotto. O forse siamo curiosi e la vorremmo assaggiare in una splendida città di mare che è diventata famosa da un punto di vista culinario per questo prodotto. Stiamo parlando delle aragoste, degli astici, ed in generale dei crostacei. Conservarli vivi nel ghiaccio prima della cottura, dobbiamo sapere, costituisce reato.
Non dovremmo mai dimenticare quanto deciso dalla Corte di Cassazione con la Sentenza della Terza Sezione Penale n. 30177 del 2017. Il caso riguardava un ristoratore accusato di aver conservato nel ghiaccio gli astici vivi prima della cottura. Per i giudici questo comportamento ha configurato il reato di abbandono, prescritto dall’articolo 727 del Codice Penale.
In particolare, si è ritenuto che immergere i crostacei nel ghiaccio con le chele bloccate significasse detenere questi animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. I crostacei, infatti, non solo provano dolore, ma ne avrebbero anche memoria. Nei luoghi quali i ristoranti e i supermercati, dunque, questi animali devono essere tenuti in acquari a temperatura compatibile e venire ossigenati. Dunque, attenzione massima quando conserviamo questo alimento perché potremmo finire in grossi guai. C’è chi, ad esempio, si adopera per conservarle in un catino o in una vasca d’acqua di mare, con la premessa di sostituirla spesso.
Sul tema della bollitura da vive delle aragoste non è stata comminata recentemente sentenza di condanna. Certo, in attesa di più specifiche indicazioni, potremmo ricordare quanto detto sulla sensibilità al dolore di questi animali e riflettere di conseguenza.
La tutela degli animali nel nostro Codice Penale
Vale la pena ricordare che, oltre al già citato articolo sull’abbandono degli animali, il nostro ordinamento prevede anche il reato di maltrattamento con l’art. 544 ter. Questo ci ricorda che: “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”. La stessa pena si applica a chiunque somministri agli animali sostanze stupefacenti o vietate, ovvero li sottoponga a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.