Ieri gli operatori hanno vissuto un avvio di seduta da incubo. I listini del Vecchio Continente hanno avuto una partenza con cali compresi tra il 5% e il 6%. Dopo il crollo di venerdì e l’avvio in pesante ribasso, per le Borse si preparava un’altra seduta in caduta libera. Infatti dopo 10 minuti di scambi i principali listini UE stavano perdendo oltre il 5%. Piazza Affari è arrivata a scendere anche del 6%.
L’ipotesi che gli USA possano mettere l’embargo sul petrolio russo ha messo paura agli operatori che temono ripercussioni sulla crescita economica europea e mondiale. La volontà del presidente Biden di vietare l’importo del petrolio di Mosca ha fatto schizzare il prezzo del greggio ai livelli del 2008. La possibilità dell’embargo statunitense ha fatto crollare le quotazioni delle Borse in avvio di seduta.
Tuttavia dopo neanche un’ora di scambi lo scenario è cambiato. Gli ordini in vendita hanno cessato e hanno iniziato ad arrivare gli ordini in acquisto. Così le Borse nella seconda parte della mattinata hanno recuperato il calo dell’avvio e dopo l’ora di pranzo alcuni indici sono passati in positivo. Purtroppo l’avvio negativo di Wall Street ha riportato le vendite e i prezzi hanno ripreso a scendere. Tuttavia in Europa le perdite alla fine della giornata sono state tra l’1,3% e il 2%, molto minori dei cali di avvio di seduta.
In Borsa gli analisti faranno attenzione a questo possibile evento che potrebbe cambiare lo scenario in Piazza Affari
Questa inversione potrebbe essere molto significativa. Spesso i cambi di direzione dei prezzi avvengono in modo violento, con un’ultima profonda discesa a cui segue un’improvvisa inversione. Lo stesso evento è avvenuto nella seduta del 16 marzo del 2020, che ha dato vita al recupero dopo il profondo calo di febbraio. Situazione simile anche nella seduta del 29 ottobre 2020, anche se in misura più limitata.
Una rondine non fa primavera, quindi è presto per dire che quella di ieri potrebbe rappresentare la seduta d’inversione. Tuttavia il recupero delle Borse da un meno 6% è significativo e spinge a seguire con maggiore attenzione l’evoluzione dei prezzi cercando di cogliere segnali d’inversione.
La Borsa di Milano ieri è scesa fino ai livelli di dicembre del 2020. Il Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) dopo un avvio in caduta libera ha toccato il minimo che era stato anticipato dagli Analisti di Proiezioni di Borsa. Da questo livello i prezzi hanno iniziato ad arrampicarsi per chiudere a 22.160 punti.
In Borsa gli analisti terranno sotto osservazione area 22.800/23.000 punti per capire se quella di ieri è stata la seduta dell’inversione. Se i prezzi del Ftse Mib riusciranno a risalire sopra questa soglia, allora si potrebbe iniziare ad essere un poco più ottimisti. Una risalita dei prezzi sopra 23.000 potrebbe portare le quotazioni verso 23.500 punti.
Al ribasso occorre tenere in considerazione la soglia dei 21.000 punti. Questa è una importante area di supporto. Se il Ftse Mib dovesse scendere sotto questo prezzo, potrebbe precipitare in area 20.000 punti.
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