Cosa sta succedendo sui mercati azionari questa mattina? La festività dell’Epifania, ma anche le ultime, drastiche decisioni prese da Governo Draghi per arginare la diffusione del virus nella sua ultima variante, potrebbero aver distratto l’attenzione degli operatori colti di sorpresa da alcune notizie in arrivo dagli USA.
A ridestare i timori sui listini di tutto il mondo ci ha pensato la Federal Reserve con i suoi verbali della riunione di dicembre. Dalle minute, pubblicate ieri, è infatti emerso un tono particolarmente aggressivo della Banca centrale statunitense. Tono che ha raffreddato gli entusiasmi degli operatori e, di fatto, ha frenato il rally di inizio anno. Di fatto i verbali confermano quanto si sapeva già prima, ovvero una volontà di rialzare i tassi di interesse per tre volte in questo 2022. Ciò che invece è risultata una sorpresa è stato il progetto di una riduzione del bilancio più veloce del previsto. Da qui la pressione sui mercati azionari che da tempo stanno registrando record storici.
Quindi, un’Epifania di ghiaccio sui mercati congela l’ottimismo degli operatori che era stato rafforzato dall’atteggiamento di BCE, FED e delle altre istituzioni internazionali. Nelle sedute precedenti, infatti, le paure dettate dalla diffusione della variante Omicron e dai suoi impatti sull’economia, erano state calmierate dalla presenza delle Banche centrali e dalle rispettive azioni di sostegno all’economia.
Venendo meno queste, o comunque non avendo più l’impatto ampio che si era già previsto, le incertezze sull’andamento dei mercati potrebbero trovare nuovi spunti. Anche perchè, alla base di tutto, restano i timori di nuove restrizioni che potrebbero ritornare anche per le singole Nazioni.
Un’Epifania di ghiaccio sui mercati congela l’ottimismo degli operatori
Insomma un mix che, tra ieri e oggi, ha portato la tempesta sui mercati statunitensi. Il risultato è stato un Nasdaq in perdita di oltre il 3%, un -1,94% sull’S&P 500 e un Dow, in calo anch’esso per la prima volta da inizio anno, a -1,07%. Dopo la pubblicazione dei verbali, il rendimento dei titoli di Stato USA a 10 anni è arrivato a toccare l’1,7%.
Analizzando, invece, i dati macro in arrivo dall’Europa, si può scorgere un quadro più rassicurante. Un esempio arriva dagli ordinativi alle fabbriche in Germania arrivati a novembre a crescere del 3,7% rispetto al mese precedente. Parallelamente si è infatti diffusa la notizia secondo cui i test rapidi potrebbero non essere adatti ad individuare la variante. Il che creerebbe nuovi problemi anche nella gestione logistica per l’individuazione dei contagi. Ieri, inoltre, il Governo Draghi, come accennato, ha deciso alcune forme di restrizione per aumentare la fascia dei vaccinati.