Il dopo-estate si preannuncia ricco di novità per i percettori del reddito di cittadinanza (RdC). Da più fronti, infatti, si chiedono correttivi, modifiche e qualcuno addirittura di abolirlo. Non c’è dubbio che la misura sia ultimamente sotto i riflettori dei mass media e dell’opinione pubblica in generale.
Vediamo, allora, di fare il punto della situazione e capire cosa ci aspetta. Al riguardo, abbiamo individuato (almeno) 5 cose da sapere assolutamente a settembre per chi percepisce il reddito di cittadinanza. Partiremo infatti dalle novità o certezze per arrivare alle proposte in campo sulle quali si sta discutendo.
Le certezze
Partiamo anzitutto dai pagamenti, che neanche a settembre subiranno variazioni.
Come sempre avremo la ricarica speciale di metà mese e poi quella ordinaria a fine settembre. Quindi, mercoledì 15 sarà la volta di chi l’attende per la prima volta in assoluto e di chi lo ha rinnovato dopo i 18 mesi canonici. Lunedì 27, invece, ci sarà la ricarica di chi è già in godimento del RdC (dalla 2° alla 18° mensilità). Infine, ricordiamo che di solito l’accredito arriva intorno all’orario di pranzo.
Un’altra certezza che avevamo già esposto si ricollega al c.d. “triplo pagamento” che arriverà insieme alla ricarica di settembre.
Sempre in tema di RdC e assegno unico, ricordiamo che in 3 casi specifici anche i percettori RdC devono presentare domanda entro fine settembre. Pena, infatti la perdita degli arretrati decorrenti dallo scorso 1° luglio.
Un’altra novità riguarda l’estensione dell’ISEE corrente, come contenuta nel decreto del Ministero del Lavoro.
Nel caso di una differenza maggiore del 20% rispetto al valore dell’ISEE ordinario calcolato in precedenza, dal 1° aprile di ogni anno sarà possibile aggiornare i valori precedentemente calcolati. L’ISEE corrente, così calcolato, sarà valido fino al 31 dicembre dell’anno in cui verrà presentato.
5 cose da sapere assolutamente a settembre per chi percepisce il reddito di cittadinanza
Dopo aver esposto le “novità certe”, diciamo subito che è vastissimo il fronte delle possibili novità. Ad oggi, si tratta solo di proposte attorno alle quali si sta lavorando, con il fine di perfezionare la misura.
Alcune forze politiche non nascondono di essere favorevoli alla sua eliminazione. Tuttavia, oggi non ci sarebbe una maggioranza politica in Parlamento a sostegno di simili iniziative. Vediamo, allora, quali possibili correttivi (più stringenti) potrebbero essere introdotti.
Probabilmente, si adotterà una procedura più snella e delle regole più rigide per chi non accetti un lavoro. Ad esempio, si discute di estendere la possibilità di effettuare la chiamata al lavoro anche da parte delle agenzie private, oltre ai Centri per l’Impiego. La possibile nascita di una banca data nazionale forse agevolerebbe tale novità.
Infine, si potrebbe assistere al passaggio da 3 a 2 mesi della durata dei contratti che non possono essere rifiutati.
Seguiremo dunque da vicino i lavori parlamentari e ne daremo pronta notizia ai nostri Lettori.
Approfondimento
INPS erogherà 400 euro mensili a questi beneficiari anche se percepiscono reddito di cittadinanza.