Siamo in Abruzzo, in quel tratto di Mare Adriatico che si trova tra Ortona e Vasto. Lungo il litorale troviamo delle grandi costruzioni simili a delle palafitte che emergono dal mare rendendo il panorama suggestivo. Sono i cosiddetti trabocchi, enormi costruzioni in legno che consistono in una piattaforma sostenuta da tronchi di pino d’Aleppo piantati in mare. Questa tipologia di legno non è casuale: oltre ad essere un albero tipico dell’Abruzzo, questo materiale è molto resistente alla salsedine e al maestrale. Dalla struttura centrale si sviluppano due o più lunghe braccia dette antenne le quali a loro volta creano una rete di maglie strette chiamata trabocchetto.
Pare che trabocchetto sia anche l’etimologia di trabocco. È infatti la parola che si usa per indicare una tecnica della pesca molto antica di cui si servivano i pescatori abruzzesi già dalla fine del 700. Senza inoltrarsi in mare, intercettavano i flussi di pesci e li catturavano gettando le reti dalle lunghe braccia. Dall’alto dei trabocchi che sono sorti sui promontori abruzzesi per sfruttare il territorio, si evitavano le condizioni negative del mare e del tempo. I trabocchi o travocchi nascono infatti come vere e proprie macchine da pesca fin dai tempi dei Fenici. C’è tutto un sistema di tiranti, reti, corde e antenne che mette in moto la pescata.
Non tutti sanno che il litorale abruzzese è caratterizzato da queste antiche e bizzarre strutture
Oggi, i trabocchi sono stati sostituiti con tecniche più moderne. Solo alcuni rimangono in funzione, e al posto dell’azione delle persone hanno il motore elettrico.
I trabocchi hanno un fascino incredibile. Raccontati da grandi nomi come il poeta abruzzese Gabriele d’Annunzio e rappresentati in quadri e foto, sono l’emblema di una parte di Abruzzo. E pensare che può essere facilissimo vedere il tramonto o addirittura cenare in questi speciali mostri marini.
Alcuni sono dei musei a cielo aperto, altri dei ristoranti da cui godersi il panorama
Pochi, infatti, sanno che il litorale abruzzese è caratterizzato da queste antiche e bizzarre strutture. La zona in cui si sviluppano è conosciuta con il nome di Costa dei Trabocchi, in provincia di Chieti. Pescara, San Vito Chietino, Fossacesia, Torino di Sangro, Vasto fino ad alcuni punti della provincia di Barletta-Andria-Trani nel basso Adriatico, sono tutti posti in cui poter vedere dei trabocchi.
Alcuni di essi sono diventati dei musei a cielo aperto da visitare come testimonianza di un passato ormai sepolto dalle onde del mare. Altri sono riusciti a tenere il passo della modernizzazione e sono diventati dei bellissimi ristoranti in cui gustare le specialità abruzzesi e godersi il panorama.
I trabocchi sono tutelati del Parco Nazionale del Gargano. La loro salvaguardia viene sostenuta nel rispetto della tradizione, dell’ambiente e nel tentativo di mantenere incontaminato il paesaggio garganico. La Costa dei Trabocchi con i suoi tritoni silenziosi è un posto che può regalarci un’emozione unica e senza tempo.