I temi della demenza senile e del declino cognitivo toccano da vicino tantissime famiglie.
Le recenti scoperte scientifiche mettono in luce l’importanza della prevenzione.
È ormai assodato che esistano correlazioni tra alcuni disturbi cronici, magari spesso trascurati, e la degenerazione neuronale. Sappiamo che lo svolgimento di attività fisica è fondamentale per contrastare i danni dell’invecchiamento. Non è solo una questione di tonicità muscolare ed efficienza delle articolazioni, i benefici riguardano tutto l’organismo e anche il cervello.
La prima regola è questa: comincia adesso
Se pensi che sia troppo tardi non è vero, puoi sempre migliorare scegliendo un’attività motoria adeguata al tuo fisico.
Se pensi che sia troppo presto, sappi che ti sbagli. Non aspettare oltre ad instaurare uno stile di vita sano. Sai che l’invecchiamento cerebrale comincia intorno ai 30 anni? Già.
Non dovremmo spaventarci, bensì ricordare quanto sia un fenomeno naturale. E tenere presente che prendersi cura di noi stessi può fare un’enorme differenza su come vivremo il passare del tempo. Dovrebbe essere ancora più facile, se pensiamo che può concretamente aiutarci un’attività piacevole come ballare per mantenere il cervello giovane.
Gli effetti della danza sull’ippocampo
Facciamo dunque attività fisica. Ma… Quale? È qui che ci viene in aiuto un interessantissimo studio, pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience, dove puoi leggerlo per intero.
La ricerca ha esaminato e paragonato gli effetti del fitness e quelli del ballo su persone dai 63 agli 80 anni, in buona salute.
Emerge che danzare è una delle migliori attività per contrastare l’insorgere delle demenze!
Questo perché agisce in modo peculiare sull’ippocampo. L’ippocampo è un’area del cervello particolarmente interessata dall’invecchiamento e molto colpita dalle patologie neurodegenerative. Ha un ruolo fondamentale per i processi cognitivi come apprendimento e memoria. In più è coinvolto nel mantenimento dell’equilibrio, funzione cruciale per il benessere, incide molto sulla qualità della vita.
Ma perché dovremmo proprio ballare per mantenere il cervello giovane?
Lo studio ha osservato che sia l’allenamento sportivo che la danza stimolavano l’ippocampo e aumentavano il volume dei sottocampi ippocampali. La danza agiva in più sottocampi, quattro su cinque, nella parte sinistra. E lei soltanto aumentava un sottocampo dell’area destra, il subicolo.
Sono termini molto tecnici, ma è sufficiente sapere che entrambe le attività avevano effetti sull’ippocampo, ma solo la danza stimolava alcune aree specifiche. Infatti il miglioramento dell’equilibrio era superiore con la danza rispetto alle attività di fitness standard.
La danza probabilmente si distingue perché è poco ripetitiva e coinvolge più funzioni.
Gli stimoli aggiuntivi che apporta rispetto ad altre attività motorie sono sia di tipo cognitivo che sensomotorio. La danza coinvolge tutti i sensi e prevede un continuo adattamento, bilanciamento e apprendimento. È maggiormente coinvolta l’intelligenza visuo-spaziale.
Non sottovalutiamo poi la componente ludica ed eventualmente il rapporto con gli altri.
Sappiamo quanto divertirsi faccia influisca positivamente sulle capacità mentali, e quanto il contatto fisico stimoli gli ormoni della felicità.
Perché non approfittare per divertirsi in balli singoli, in coppia o in compagnia? Non serve essere tecnicamente impeccabili, solo aver voglia di mettersi un po’ in gioco ed esplorare nuove possibilità di movimento ed espressività del corpo.