Ritorniamo con ulteriori approfondimenti e con ulteriori commenti su un argomento di cui già abbiamo discusso qualche giorno fa. Il servizio di raccolta deve essere effettivo e puntuale. Per la Cassazione spetta al cittadino uno sconto sulla TARI per mancata raccolta dei rifiuti.
Nel caso oggetto della pronuncia che esaminiamo per voi la Cassazione ha concluso che la TARI dovesse essere ridotta almeno del 40%. Non di tratta però di uno sconto fisso in cui ognuno di noi possa sperare in caso di disservizi. Si tratta di una decisione piuttosto severa dovuta al fatto che l’inadempimento del Comune era effettivamente totale. Inoltre la Cassazione afferma che la misura della riduzione deve essere valutata anche considerando la distanza della sede del contribuente dal più vicino centro di raccolta.
In particolare, con l’ordinanza 19767 del 2020, la Cassazione si è pronunciata sul ricorso presentato da una società che aveva ricevuto la richiesta di pagamento dell’imposta sui rifiuti. La società lamentava che il Comune, in quella zona, non avesse mai organizzato né fatto partire concretamente il servizio di raccolta.
Sconto sulla TARI per mancata raccolta dei rifiuti
L’avviso di liquidazione della tassa, come per ogni imposta, è stato impugnato dalla società dinanzi alla Commissione Tributaria. In primo grado la commissione ritenne congrua una riduzione del 15%. In secondo grado la Commissione Tributaria Regionale ribaltò la sentenza ritenendo non dovuta nessuna riduzione. La Commissione affermò infatti che il Comune aveva dimostrato di aver effettuato la raccolta dei rifiuti in tutta l’area industriale in cui aveva sede la società ricorrente. Se il servizio era stato svolto il pagamento doveva essere integrale.
La riduzione e il perchè del non annullamento
La Cassazione, invece, chiude la vicenda stabilendo l’opportunità di una riduzione dell’imposta per quel contribuente. Nell’ordinanza 19767 del 2020 che commentiamo la Corte spiega come mai, pur ritenendo il Comune inadempiente, non si pronunci per un annullamento dell’importo, ma solo per una sua riduzione.
La Corte ricorda che tutti i contribuenti sono tenuti al pagamento di quella imposta anche se non utilizzano materialmente in servizio. Questo perché avere un servizio pubblico di raccolta dei rifiuti organizzato dalla Regione corrisponde a motivi di pubblico interesse. Quindi non ci si può sottrarre al pagamento della tassa, anche se non abbiamo materialmente sfruttato il servizio.
Per questo, dopo aver accertato che in quella zona il servizio non era materialmente stato fornito, la Cassazione afferma che questo non giustifica l’azzeramento della tassa, ma solo una sua riduzione.
Il principio emerge anche dalla legge istitutiva della TARI, legge 147 del 2013. La legge stessa individua il massimo sconto possibile, come segue: “ …[…] La Tari è dovuta nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento […]….
Così recita l’art. 1 comma 641.
La legge quindi riconosce che a fronte dell’inadempimento dell’ente preposto al contribuente spetti una riduzione della tassa, ma non il totale azzeramento dell’importo.
E’ comunque una bella possibilità che ci fa piacere segnalarvi qualora doveste subire un simile disservizio.