La Redazione di ProiezionidiBorsa è sempre attenta nel monitorare le novità che interessano le banche italiane. Le rotture dei complessi equilibri dei vertici finanziari, infatti, spesso coinvolgono i privati cittadini. Risparmiatori, correntisti e mutuatari sono l’ultimo anello di una catena e rischiano di pagare salato il conto del risiko bancario.
Per questo abbiamo informato puntualmente i Lettori sulla fusione Intesa Sanpaolo-UBI e sulle vicende inerenti MPS e la Banca Popolare dell’Alto Adige. In questo articolo vogliamo approfondire un emendamento al Decreto Agosto passato sotto silenzio. Dopo un’ipotesi di riforma avviata dal Governo Renzi, le BCC sono rimaste a lungo nell’ombra. Oggi un fulmine a ciel sereno colpisce queste banche ed il futuro di milioni di clienti: imprese, risparmiatori e semplici correntisti.
Un emendamento dalle conseguenze incerte
L’emendamento presentato da cinque parlamentari tra cui il senatore Elio Lannutti, potrebbe rivoluzionare il mondo del credito cooperativo. Cerchiamo di fare chiarezza sulla situazione attuale e sui possibili cambiamenti. Nel nostro Paese operano 263 banche di credito cooperativo. Si tratta di oltre quattromila sportelli distribuiti in tutta Italia, con oltre 1.300.000 soci ed i clienti sono ancora di più. In realtà, sarebbe più corretto parlare di 2 banche con 263 diverse insegne. Le singole banche di credito cooperativo sono spesso micro -istituti che contano pochissimi sportelli. Esse operano a livello locale con un proprio nome, insegna e management.
Ma non sono realmente indipendenti. A gestire questo mondo bancario alternativo sono le due capogruppo Cassa Centrale Banca e ICCREA. La stessa Banca Centrale Europea considera il credito cooperativo italiano alla stregua di un unico grande istituto, definito “significant”. Così, questa realtà frammentata deve seguire le stesse regole previste per i colossi bancari internazionali.
Un fulmine a ciel sereno colpisce queste banche ed il futuro di milioni di clienti
La situazione attuale è spesso criticata dai vertici delle banche cooperative perché la BCE impone rigide regole e criteri. Secondo alcuni osservatori questo impedisce alle BCC di fare quello per cui sono nate: finanziare famiglie ed imprese del territorio. Altre voci indicano come estremamente rischioso il modello di micro -banca e vedono le regole dell’Eurotower come stabilizzanti per il sistema. L’emendamento presentato smantellerebbe l’attuale organizzazione, riducendo le due capogruppo a sistemi di tutela istituzionale.
Verrebbe meno, quindi, la stretta vigilanza della BCE con maggiori libertà per i tanti piccoli consigli di amministrazione. Le conseguenze sarebbero davvero imprevedibili. Maggior facilità di finanziamento alle imprese significherebbe anche maggiori rischi per gli istituti. I parametri di concessione degli affidamenti sarebbero meno controllabili così come la solidità delle singole cooperative. Insomma, un fulmine a ciel sereno colpisce queste banche ed il futuro di milioni di clienti appare incerto.
Rischi e opportunità
L’intero sistema del credito cooperativo potrebbe collassare. Se qualche banca si rivelasse eccessivamente disinvolta nella concessione del credito potrebbe innestarsi un effetto domino. I risparmiatori preoccupati potrebbero spostare i capitali in altri istituti e le banche cooperative rischierebbero una crisi di liquidità. Potrebbe anche verificarsi il contrario, ovvero un circolo virtuoso tra banche ed imprese.
Con benefici per tutte le parti in causa. Certamente però, la mancanza di controllo ha storicamente determinato più rischi che opportunità. La Redazione di ProiezionidiBorsa continuerà ad informare i Lettori sull’evolversi della situazione. Ad oggi ancora un semplice emendamento al vaglio di Governo e Parlamento, ma domani una possibile realtà per milioni di risparmiatori.