Quando scattano i controlli fiscali sui conti bancari? Quali operazioni e movimenti potrebbero attirare le ispezioni del Fisco? Cosa dovrebbe temere il titolare di un conto corrente che non vuole rischiare di investire o non sa come far fruttare i propri soldi? Si può accantonare denaro sul conto o l’Agenzia delle Entrate avvia accertamenti? In un precedente articolo abbiamo risposto ai lettori che si chiedevano “Quanti soldi si possono tenere sul conto corrente?”. Se esiste un limite di deposito che sarebbe preferibile non superare.
Adesso vi diremo in poche righe quando scattano i controlli bancari per evitare di ritrovarsi in situazioni poco piacevoli. Vi saranno correntisti che continueranno a dormire sonni tranquilli, altri che invece dovranno essere vigili e agire con prudenza. Dalle indagini sui conti correnti il Fisco riesce a rilevare dati utili per individuare i contribuenti che eludono il pagamento delle imposte. Ma potrebbe essere oggetto di ispezioni anche il correntista che magari ha ricevuto una donazione, ma ha cestinato la documentazione che la attesti. In questo caso avrà difficoltà a giustificare la provenienza lecita di una somma di denaro che non deriva dai propri stipendi.
Quando scattano i controlli bancari?
Gli accertamenti fiscali si concludono nel mese di dicembre e si avvalgono dell’Anagrafe dei conti correnti e del Risparmiometro. Sono questi due bisturi affilatissimi che riescono ad incidere con precisione chirurgica e a stanare i truffatori e correntisti ingenui. L’Agenzia delle Entrate dispone di tutti i dati relativi alle operazioni che il correntista effettua sul proprio conto. In presenza di movimenti sospetti o di difformità tra redditi dichiarati e soldi in deposito ricorre alla Guardia di Finanza.
L’articolo 35 del Decreto legislativo n. 600/1973 riporta le disposizioni relative alle deroghe al segreto bancario. Ciò equivale a dire che l’Agenzia delle Entrate è autorizzata a richiedere informazioni dettagliate su tutte le operazioni che un titolare di conto compie. Nello specifico, “quando il contribuente non ha presentato la dichiarazione dei redditi e l’ufficio è in possesso di elementi dai quali risulta che il contribuente ha conseguito nel periodo di imposta ricavi o altre entrate”.
Le verifiche fiscali scattano anche quando il tenore di vita del correntista è molto più alto di quello che potrebbe permettersi. Se dalla dichiarazione reddituale figura una situazione finanziaria modesta come giustificare spese elevate come l’acquisto di auto di lusso? Con ogni evidenza si può sospettare che il contribuente percepisca degli introiti che però non confluiscono nella dichiarazione dei redditi.