Spread: iniziamo a preoccuparci? Le leggende

Spread

Dopo l’impennata dell’altro giorno fino a sopra quota 290 lo Spread BTP/Bund  (approfondimento e proiezioni)si è riposizionato e in questo momento staziona a 273,80.

Livello meno critico ma ancora foriero di preoccupazioni.

Fino a che non verrà violata al ribasso la soglia critica di 233 il trend rimarrà rialzista con un possibile sbocco fino a quota 400.

Livelli critici dello Spread e speculazione internazionale

Prima dell’attacco speculativo dell’anno scorso sui timori di un’Italia anti-europeista lo spread si era assestato intorno a quota 150.

Pertanto fino a che non tornerà appunto dapprima sotto 233 e poi intorno a 150 vorrà dire che siamo nel mirino della grande speculazione internazionale.

Il “too big to fail” non è garanzia sufficiente per assicurarsi che l’Italia non finisca di nuovo sotto un pesante attacco speculativo.

Certamente risulta più di copertura e tutela il ruolo della BCE pronta a nuovamente riacquistare debito e non solo.

Effetti e conseguenze dello Spread alto: la bufala dei mutui

Ma in concreto cosa comporta il rialzo dello spread?

Da più parti con ignoranza pari all’arroganza si paventa una correlazione tra innalzamento dello Spread e aumento degli interessi sui mutui.

Fantasticheria finanziaria densa di pregiudizio e strumentale ad attacchi politici.

In realtà l’Euribor, ovvero il tasso interbancario si muove sulla scia del costo del denaro tra banche.

E qui casca l’asino, o meglio cascano gli asini.

Il tasso interbancario discende dal tasso di sconto della BCE che a sua volta incide sul costo della raccolta per le banche, quindi rapporto diretto con lo Spread pari a zero.

Nessun mutuo è correlato al rendimento dei titoli di stato! Ma quando mai!

Effetti e conseguenze dello Spread alto sul debito pubblico

Viceversa molto più chiara e netta l’impatto dello Spread sul debito pubblico.

E’ evidente che in questo caso registriamo un aumento del costo del finanziamento dello stato e quindi l’effetto è negativo.

Coi BOT che però viaggiano poco sopra lo zero a breve termine l’effetto è nullo.

Certamente più significativo il costo dell’emissione dei BTP che a questi livelli di spread arriva a costare circa il 3% sulle scadenze più lunghe.

E questo oggettivamente non è buono!

Poi però, da anni attendiamo che qualcuno, tra i vari governanti succedutisi da Monti in poi, ci spieghi dove finiscono i 55 miliardi di euro che lo stato risparmia ogni anno sul costo del debito ai tassi attuali.

Si perché, prima che la BCE intervenisse sui bond di tutta Europa, i nostri titoli di stato pagavano molto di più che non ora e quindi questi soldi risparmiati dove “veleggiano” ogni anno?