In queste ultime sedute al volatilità è stata vista in aumento. Ma c’è un asset da cui stare lontani anche per molto tempo. Ecco quale.
Il problema della sterlina
Nove sessioni consecutive di perdite contro l’euro, la più lunga in 100 anni. Meglio con il dollaro verso cui ha raggiunto il minimo da 4 mesi. Si sta parlando della sterlina che, complici i colloqui falliti tra Theresa May e Jeremy Corbyn sulla Brexit, è letteralmente crollata.
La view di UBS sull’ asset
Con l’attuale situazione si allungano i tempi per riuscire ad avere chiarezza sulla Brexit. Il voto per un accordo sulla Brexit, quello che avrebbe dovuto precedere l’annuncio delle dimissioni della May, è stato fissato per i primi di giugno. Ma si tratta di un voto che ha visto già 3 volte il NO della Camera dei Comuni. Un empasse superata momentaneamente con lo slittamento della data di uscita al 31 ottobre.
Troppe le variabili sul tavolo secondo UBS che sottolinea il pericolo di un cambio euro/sterlina, attualmente a 0,87, e che potrebbe restare su questi livelli ancora per molto tempo. Anche un anno se la questione Brexit continuerà a restare impantanata nella litigiosità del parlamento e nell’indecisione dei deputati.
Unica soluzione?
Solo un ulteriore rinvio che, però, non farà altro che aggravare ancora la situazione. Non solo, ma il paradosso è che nella seconda metà del 2019 potrebbe vedersi un possibile rimbalzo dell’economia del Vecchio Continente, fanno sapere da UBS. Il che potrebbe accentuare ulteriormente la differenza tra le due valute.
Nessun possibile accordo per un’intesa comune sulla Brexit all’orizzonte.
Un asset da cui stare lontani. E Londra torna in scena
Ma questa volta per un futuro negativo. La premier May aveva annunciato le proprie dimissioni non appena il Parlamento avesse votato per la Brexit. Ma paradossalmente, proprio la presenza di un leader ormai dimissionario e, quindi, politicamente debole, ha dato il pretesto anche ai conservatori nemici della May, per abbandonare le speranze di un accordo.
Tradotto: ciò che verrebbe concordato tra noi adesso potrebbe essere rivisto con l’arrivo del nuovo premier. Premier che, a questo punto, potrebbe essere palesemente a favore di una hard Brexit. A tutto discapito della sterlina.
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