Il Presidente dell’Ucraina attacca la NATO. A mezzo media naturalmente. Motivo del disappunto la decisione della NATO di non imporre una «No Fly zone» sui cieli dell’Ucraina. «La NATO ha deliberatamente deciso di non “coprire” i cieli sopra l’Ucraina». Lo dichiara Zelensky, in un videomessaggio pubblicato su Facebook – e prosegue – crediamo che i Paesi della NATO abbiano creato una narrativa per cui la chiusura dei cieli sull’Ucraina provocherebbe la diretta aggressione della Russia nei confronti della NATO». Zelensky condanna la NATO.
La dichiarazione forte ieri sera quando nel pomeriggio è serpeggiata la notizia che il Presidente dell’Ucraina fosse sparito. Per la Russia sarebbe scappato in Polonia. Di contro, continui i video tramite social e uno tra gli altri sullo sfondo della città di Kiev. A dire che Zelensky sarebbe ancora in patria.
Cos’è la No Fly Zone
La «No Fly Zone» non sarebbe considerata un’azione difensiva ma offensiva e di attacco. Per la NATO sposare tale azione vorrebbe significare entrare in guerra contro la Russia. Tradotto, significherebbe avviare una Terza guerra mondiale. L’Ucraina che non fa parte della NATO, beneficia già di aiuti in termini di armi forniti dall’UE da utilizzarsi solo per la difesa con la raccomandazione di non compiere crimini di guerra. Il tutto, nel dettaglio è contenuto nella “decisione” dell’UE.
«No fly zone» significa identificare, bloccare e distruggere gli aerei del nemico affinché non sorvolino (e quindi attacchino) il territorio. Nel caso specifico, significherebbe per la NATO scendere in campo e cioè attaccare direttamente la Russia. E di fatto si tratterebbe di un vero atto di guerra che comporterebbe un allargamento del conflitto a macchia d’olio. A livello mondiale. La NATO e l’Occidente invece starebbero tentando l’impossibile per arrivare alla fine del conflitto consapevoli delle conseguenze senza precedenti che avrebbe una discesa in campo.
Zelensky condanna la NATO per la decisione sulla «no fly zone», sullo sfondo il rischio di un conflitto mondiale
Ma, evidentemente, a Zelensky non basta. E in verità ci viene da rievocare la frase del presidente della Corte Costituzionale. Giuliano Amato in un’intervista televisiva di qualche giorno fa, ha detto che spesso «l’interesse particolare prevale sul bene comune». Da qui l’incapacità di uscire dal proprio punto di vista e cercare di capire e ragionare sulle idee e motivazioni dell’altra parte. Comprendere cioè cosa c’è dietro il “no” della NATO che non è un voltare le spalle ma evitare una strage mondiale. Zelensky su questo invece sembrerebbe essere accecato dal concetto se “stiamo male noi, devono star male tutti”. Immemore quasi di quanto l’Occidente sta già facendo per sostenere l’Ucraina mediante l’adozione di misure che, a nostra memoria, l’UE non ha mai adottato prima.
Da qui la condanna di Zelensky alla NATO per la decisione sulla «No fly zone» e sullo sfondo il rischio concreto di un conflitto mondiale. Zelenksy lo sa molto bene ma bypassa il concetto.