Chi vuole chattare con gli amici ha poca scelta. Il dominio è di sole due applicazioni: WhatsApp e Telegram, con enorme vantaggio della prima. Complice la differente diffusione degli iPhone – in America, ad esempio, iMessage è molto più usata che in Europa – gli utenti avevano solo queste due scelte.
Se WhatsApp ha dalla sua l’enorme diffusione, Telegram può offrire maggiore sicurezza e stabilità del sistema. Ma non tutti sono convinti della sua validità. A confermare questi dubbi, recentemente l’applicazione di messaggistica verde ha operato un cambio dei termini di servizio che ha fatto storcere il naso a tanti. Ebbene, c’è una soluzione: e oggi sono gli esperti della Redazione di ProiezionidiBorsa a parlarne ai lettori.
WhatsApp, l’alternativa attenta alla privacy si chiama Signal
Quale funzionalità fa davvero la differenza, al giorno d’oggi, per un’applicazione di chat? Non tanto il supporto multimediale o la velocità d’invio, ma la protezione dei dati personali dei suoi utenti. Telegram è sicuramente più avanti di WhatsApp su questo, grazie alla possibilità di tenere nascosto il proprio contatto telefonico e alle varie funzioni di ‘chiusura’ delle chat. Ma c’è un campione indiscusso, poco utilizzato perché relativamente giovane.
L’app in questione si chiama Signal ed è un progetto no profit che vive di donazioni e non raccoglie alcun dato dei suoi utenti. Dopo l’annuncio di WhatsApp di pochi giorni fa, con il quale si modificavano i Termini di Servizio, il problema privacy è tornato con forza nel dibattito social, tanto da far balzare la cosa in cima ai trending topic su Twitter. Ma tutto è cambiato quando Elon Musk ha twittato perentorio e preciso: “Usate Signal”.
Subito, infatti, è stato boom di download per l’app di messaggistica.
Cosa la rende così speciale?
In primis, è multipiattaforma: funziona per Android, iOS e sistemi operativi desktop Windows, Mac e Linux.
Non c’è bisogno di un account, ma i dispositivi possono essere collegati tra loro. Signal può essere utilizzato solo su un dispositivo mobile e fino a cinque Signal Desktop collegati.
Ma la cosa più importante è la protezione dei dati personali. Tutti i messaggi e loro contenuti sono crittografati end-to-end. In più, Signal non ha accesso ai contatti dell’utente né ai dati dei gruppi di cui fa parte all’interno dell’app. Non registra l’avatar, il nome profilo, i dati di localizzazione: e non include tracker o sistemi di analisi pubblicitaria.
WhatsApp, l’alternativa attenta alla privacy si chiama Signal.