Forte delusione per chi tra ieri sera stamani si aspettava una reazione euforica di Wall Street e delle Borse in generale dopo il secondo taglio dei tassi da parte della FED.
Eppure le temute parole su un futuro nuovamente restrittivo sui tassi da parte di Powell non ci sono state.
Anzi, il CEO della FED ha assicurato che la FED sarà pronta ad essere aggressiva sui tassi e la politica monetaria se necessario per fronteggiare criticità
Il paravento ufficiale dunque per questa fase espansiva rimane il contesto globale.
La forza del ciclo economico USA rende infatti queste manovre fortemente rischiose per la potenziale genesi di un inflazione potente.
Reazione deludente (per ora) delle Borse
Quindi per ora (e poi vediamo perché per ora) reazione deludente da parte di Wall Street e stamani anche delle Borse europee.
Nessuna euforia, nessun avvio immediato di una fase di bolla dei prezzi.
“In linea con le implicazioni derivanti dagli sviluppi globali per l’outlook economico,il Comitato ha deciso di ridurre il target range per i tassi sui federal funds all’1,75-2 per cento”.
Questo leggiamo nel comunicato emesso dalla Federal Reserve al termine della riunione di ieri sera ora italiana.
Da notare che, a differenza degli ultimi meeting, dalle votazioni unanimi stavolta ben tre sono stati i membri in disaccordo con la view della maggioranza del FOMC.
Si tratta di James Bullard che addirittura in linea con Donald Trump avrebbe gradito una riduzione dei tassi di 50 punti base e di Esther George ed Eric Rosengren i primi veri falchi di questa fase che avrebbero mantenuto i tassi invariati.
Powell: una conferenza “Trumpiana”
Durante conferenza stampa che,sul modello BCE, da poco tempo fa da conclusione alle riunioni del board della FED il chairman Powell ha confermato come la view sull’economia Usa sia effettivamente favorevole.
Poi però, per giustificare la manovra, ha aggiunto:“Ma ci sono rischi, in particolare l’indebolimento della crescita globale e le crescenti tensioni commerciali. Se questi rischi dovessero materializzarsi, e l’economia indebolirsi, potrebbero essere necessari ulteriori tagli”.
Tanto che poi ha aperto anche a un ulteriore incremento del bilancio della FED:
“Il bilancio della FED potrebbe tornare a crescere ancora”
Poi finalmente è arrivata la domanda più logica ovvero se forse sarebbe stato meglio attendere un deterioramento del contesto…
Powell con calma olimpica ha risposto che“è meglio essere proattivi”. “Se vediamo un pericolo arrivare, è meglio prendere contromisure”.
Per poi mettere il carico aggiungendo che se l’economia USA dovesse peggiorare, “siamo pronti ad essere aggressivi”.
Insomma un Powell oltre le aspettative che ha anche aperto la porta a nuove misure fiscali da parte della Casa Bianca per una sorta di modello bipolare che tanto bene ha fatto negli ultimi anni all’economia statunitense.
Sell on the news di breve termine?
La sensazione precisa è che questa reazione di debolezza avrà le gambe corte. Già ieri sera i mercati hanno chiuso a ridosso dei massimi di giornata.
Sì, magari potrebbe anche protrarsi (forse) per qualche seduta una fase laterale ma poi gli operatori si renderanno conto che la FED di fatto ha assicurato a Wall Street una montagna di denaro e quindi un fiume di money entrerà sulle Borse.
Nuovi importanti rialzi sono nel mirino!
I valori da monitorare sui principali mercati azionari americani
La tenuta dei seguenti livelli in chiusura di giornata di contrattazione:
Dow Jones
26.717
Nasdaq C.
8.000
S&P 500
2.957
molto probabilmente riporterà nel breve gli indici azionari considerati ben oltre i massimi segnati fra luglio ed agosto.
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