Wall Street: la teoria contrarian vede nero

Wall Street

Come sempre nei momenti di incertezza di Wall Street e dei mercati si cercano risposte, soluzioni e teorie che possano confermare un trend ribassista per certi versi inatteso.

Tra la tante teorie oggi ci addentriamo nel mondo del contrarian.

Ovvero quell’universo di studi per lo più su base statistica e storica che tendono a dimostrare come a eventi apparentemente positivi corrisponda una reazione negativa delle Borse e viceversa.

Wall Street compresa ovviamente.

Fiducia al Top = Wall Street a fine corsa

In aggiunta alla guerra sui dazi ora i contrarian sventolano con forza una statistica correlata all’ andamento della fiducia dei consumatori USA.

E i suoi impatti nefasti su Wall Street quando albeggia sui massimi storici.

Si sostiene, dati alla mano, che quando in passato la fiducia dei consumatori americana si è posizionata sui propri massimi, Wall Street ha poi registrato performance inferiori alla media storica nei successivi 3, 6, 12 e 24 mesi.

Quindi in aggiunta alla posizione morigerata della FED sul taglio dei tassi e alla battaglia doganale ora arriva una stoccata anche dall’apparato statistico dei contrarian

Tutto ciò che non può piacere al Dow Jones agli altri indici USA.

Che poi a catena trascineranno, nel bene o nel male gli indici globali nella loro totalità.

Fiducia dei consumatori detta anche Conference Board Consumer Confidence Index (CCI)

Come abbiamo già commentato il CCI ha realizzato una forte escursione la settimana scorsa salendo  a 135,7, dai 124,3 di giugno, una crescita aumento molto più sostenuto del previsto.

Un’ottima notizia dal punto di vista macroeconomico ma chiaramente con almeno due controindicazioni:

1 La FED può, da dati del genere, prendere spunto per rendere ancora più complesso l’allentamento monetario tanto voluto da Trump e dalle Borse;

2 appunto la valenza contrarian di un simile dato riguardo all’andamento di Wall Street.

Vediamo.

CCI impatto sull’S&P 500

Abbiamo disponibili i dati sul, S&P 500 ma chiaramente conseguenze analoghe hanno subito anche il Dow Jones e tutti gli atri indici di Wall Street.

Sostanzialmente sui picchi della fiducia dei consumatori l’indice S&P 500 ha regolarmente realizzato performance al di sotto della media storica nei mesi successivi e viceversa sui picchi minimi del CCI.

La tabella di cui sotto conferma questi assunti contrarian:

Prudenza o opportunità

Va detto che questa teoria è già stata un po’smentita nei mesi successivi al precedente picco di fiducia verificatosi ad ottobre 2018.

A oggi sui nuovi massimi da circa 20 anni però i contrarian continuano ad alzare il tono dell’allarme.

Spinti anche dal dato storico che precedenti picchi simili si sono verificati ad inizio del 2000 nella fase iniziale della bolla internet.

E’ anche però vero che poi le borse salirono ancora un po’…

Ma soprattutto siamo nell’ “era della dominazione monetaria”© le regole storiche sono state in ampia misura cancellate dai comportamenti assolutamente rivoluzionari introdotti dalle banche centrali a cominciare dalla FED.

Potrà la teoria basata sulla fiducia contrastare da sola la potenza di fuoco della FED che dispone ancora di 9 tagli dei tassi di interesse per rianimare, quando e se necessario, Wall Street ed economia?