Dopo 20 mesi di attesa (maggio 2020), il rendimento del BTP decennale si è portato a ridosso del 2%, salvo poi ripiegare leggermente. Un bel traguardo e una speranza in più per chi da tempo attendeva il rialzo dei rendimenti sul reddito fisso. Certo, siamo lontanissimi dal tasso di inflazione registrato a gennaio (4,8%), ma qualcosa si muove.
Il discorso forse è più interessante per chi ha alta propensione al rischio. Tra cedole e movimento dei prezzi (come nel caso di questi 2 bond con cedole oltre il 5%) le opportunità iniziano a intravedersi.
Tuttavia, prezzi e rendimenti hanno andamenti inversi, per cui alla gioia degli uni troviamo i grattacapi altrui.
Il market mover dietro il rialzo dei rendimenti
Nelle ultime settimane gli operatori stanno alleggerendo le loro posizioni in titoli di Stato per motivi in larga parte riconducibili alla BCE. Il timore è che la Banca centrale si avvii anzitempo e/o in maniera accelerata verso la riduzione degli acquisti di bond. Inoltre pesa anche l’incertezza su possibili rialzi del costo del denaro per contrastare l’inflazione.
La situazione è molto incerta e in divenire. Le uniche certezze riguardano il costante rialzo del carovita e, sembra, l’attendismo della BCE. Quanto altro tempo passerà prima di una sua discesa in campo? E in quale direzione si muoverà?
Nell’attesa di scoprirlo, il mercato vende bond e volano alle stelle i rendimenti dei titoli di Stato.
Situazione complicata per chi possiede questi BTP
La situazione invece inizia a farsi preoccupante per chi ha titoli in portafoglio sottoscritti a cedole molto basse, tipiche degli ultimissimi anni. Oppure acquistati sul mercato secondario a prezzi ben sopra cento. Il rialzo dei rendimenti ha portato a una riduzione dei valori sul mercato. Quindi tutto dipende dal proprio prezzo di acquisto e quello scambiato sul mercato nel momento dell’analisi.
In generale, più è alta la durata dell’obbligazione sottoscritta tanto maggiore è il movimento dei prezzi e quindi il rischio connesso (duration)
È bene tuttavia precisare che si tratta solo di perdite potenziali, sulla carta. Esse diventano reali soltanto all’atto della vendita o del rimborso finale (a scadenza), a seconda dei casi.
Volano alle stelle i rendimenti dei titoli di Stato ma attenzione alle enormi perdite per chi possiede questi BTP
Per evitare di monetizzare la perdita in portafoglio, non resta continuare a incassare la cedola fino a scadenza. Oppure fino a quando il prezzo non ritorna almeno pari a quello di acquisto e poi valutare possibili strategie alternative.
Più in generale, abbiamo già visto quali sono i tre parametri fondamentali da valutare prima di un investimento su un BTP. La valutazione di questi elementi, infatti, porta a dire se il momento è “più o meno conveniente” per questo asset rispetto alla liquidità o ad altre forme di attività finanziarie.
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