Visitare Milano? Con Leonardo!

Leonardo Da Vinci

Il 2020 è stato l’anno di Leonardo, celebrato in tutto il mondo come il più grande – probabilmente – tra i geni della storia dell’umanità.

Proviamo a rispondere alla domanda perché visitare Milano? Con Leonardo!

Principalmente perché, sulla parete settentrionale del refettorio del Convento di Santa Marie delle Grazie si trova l’affresco de “L’ultima cena.” Realizzato in un biennio alla fine del millequattrocento, nel corso della permanenza milanese del genio originario di Vinci, l’affresco è un capolavoro. Tanto da meritarsi di essere iscritto alla lista dei siti patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1980.

Il Cenacolo vinciano

Perché un dipinto, nemmeno troppo ben conservato a causa di una sciagurata scelta dei pigmenti per affrescarlo è così importante?

Certamente la drammaticità della scena raffigurata da Leonardo riveste un ruolo chiave. Nessuno, prima di Leonardo, aveva osato raffigurare Gesù tra gli apostoli nell’atto di rivelare ai dodici che quella notte qualcuno lo avrebbe tradito. Dopo la dichiarazione shock, gli apostoli sono raffigurati nell’atto di chiedersi, tra lo stupore e lo sgomento, chi tra loro fosse il traditore. Pensieri, emozioni ed azioni sono raffigurati insieme sul volto e sui corpi degli apostoli. Da dove venne l’ispirazione a Leonardo? Da un passo del vangelo di Giovanni.

La luce di Leonardo da Vinci: che rivoluzione!

Ulteriore aspetto dell’unicità dell’Ultima Cena di Leonardo è l’utilizzo della luce e della prospettiva che caratterizza il suo genio. Alle spalle del cenacolo si aprono infatti tre finestre. Da queste è possibile riscontrare uno dei paesaggi tipici di Leonardo. Ma proprio attraverso queste finestre entra la luce che illumina la scena dalle spalle.

Come dipingeva Leonardo?

Giace nella difficoltà della tecnica adottata da Leonardo per affrescare la parete parte del suo attuale stato di conservazione. Contrariamente all’adozione della tecnica consueta dell’affresco, che prevede la velocità di esecuzione quale condizione necessaria alla sua realizzazione, Leonardo agisce in altro modo. Applica cioè, direttamente sulla parete, un doppio strato di intonaco. In seguito, spalma, dipingendo, i colori a tempera mescolati ad olio. Agendo in questo modo, Leonardo si riservava la possibilità di modificare successivamente il suo lavoro, cosa non contemplata dalla tradizionale tecnica dell’affresco.

Una testimonianza dal passato

Il prezzo da pagare è stato quello di una maggiore vulnerabilità dell’opera agli agenti atmosferici e al trascorrere del tempo.

Ci è rimasta una testimonianza relativa al biennio nel quale Leonardo realizzò l’Ultima Cena: è quella di Matteo Bandello, vescovo e scrittore del Cinquecento. Da una sua novella sappiamo infatti che Leonardo si recava la mattina presto al Refettorio, saliva sul trabattello e iniziava a dipingere fino a notte. Talvolta, riporta lo scrittore, questi si dimenticava persino di mangiare, tutto coinvolto nella realizzazione del suo capolavoro.

Visitare Milano? Con Leonardo! Per pianificare il proprio ingresso al Cenacolo è necessario prenotare. La capacità della sala e l’effetto del respiro umano sul capolavoro ne limitano la possibilità di accesso.