Nel mio articolo di ieri, che potete leggere qui, ho evidenziato la presenza di un rilevante setup sui principali indici azionari tra agosto e settembre, peraltro in corrispondenza anche di taluni setup di prezzo.
Ma, anche se un segnale chiaro necessita ancora di talune conferme, si va probabilmente verso un setup rialzista? E per quali motivi?
Questa è l’impressione, ma non si tratta solo di questo.
In effetti vi sono diversi elementi, che potrebbero motivare una nuova fase di rialzo, anche abbastanza deciso, delle quotazioni.
Si possono riassumere nella seguente scaletta:
- Economia USA
- Draghi sotto traccia
- Sondaggi elettorali.
Economia USA
In una precedente analisi, che potete leggere qui, ho evidenziato come diversi indicatori di tipo anticipatore, prospettino non solo una ripresa ma, anzi, una accelerazione dell’economia a stelle e strisce.
Tra tali indicatori anche la curva dei rendimenti, che raramente ha fornito indicazioni erronee.
E, considerando l’elevato livello di correlazione tra indici USA ed indici europei, non è quindi difficile comprendere come tale fattore possa sostenere il generale comparto degli indici azionari occidentali, nonostante tutti i problemi provocati dal Covid-19.
Draghi sotto traccia
L’ex presidente della BCE, Mario Draghi, è persona solitamente schiva, che non si avventura in dichiarazioni politiche o in esternazioni, soprattutto da quando è scaduto il suo mandato.
Invece, proprio in questi giorni, ha rilasciato ad una rivista medica alcune dichiarazioni.
Apparentemente senza particolare rilievo ma, a voler leggere attentamente, appunto sotto traccia, il significato di certe esternazioni, e considerando il perché aver rilasciato una intervista proprio ad una pubblicazione medica, si possono trarre alcuni utili elementi.
Ma cosa ha detto Draghi?
Nell’intervista rilasciata allo European Heart Journal, l’ex numero uno della BCE ha dichiarato che “Dovremmo spendere molto di più per la salute”, e poi “Per la maggior parte dei governi la pandemia ha evidenziato l’importanza di disporre di buone strutture di assistenza e di un sistema sanitario efficiente”.
Apparentemente dichiarazioni che potrebbero essere intese come generiche indicazioni, da parte di un economista o di un politico.
Ed invece no.
Evidentemente, Draghi non è un caso che abbia voluto puntare l’attenzione sul sistema sanitario, anche proprio in considerazione del MES, per l’Italia messo a disposizione proprio in riferimento ad interventi in tale settore.
E probabilmente non è un caso anche la circostanza che proprio ad un giornale medico sia stata rilasciata l’intervista.
Ecco quindi il significato, al di fuori delle generiche indicazioni, che Draghi ha voluto lanciare.
La sua sarebbe una politica decisamente diversa rispetto alle scelte sinora operate da questo Governo. Questo il punto nodale del suo pensiero.
Da europeista convinto, sceglierebbe di far intervenire il MES, senza se e senza ma.
Peraltro in un settore, quello medico e sanitario, che pare avere un effetto leva sugli investimenti decisamente sostenuto, soprattutto in questo periodo.
E, come noto, una crescita del PIL contribuirebbe in modo rilevante anche a contenere il fatidico ratio debito/PIL, così importante anche per i mercati.
Ma perché Draghi, pur con dichiarazioni abbastanza diplomatiche e senza alcuna verve polemica, ha comunque rilasciato tali dichiarazioni?
Probabilmente perché qualcosa, politicamente, sta girando attorno a lui.
Vediamo perché.
Verso un setup rialzista? Sondaggi elettorali e scenari politici
Anche se in politica, soprattutto quella italiana, vale un fondamentale principio, mai dire mai, qualcosa si sta muovendo sulla scena politica.
E non è escluso che ne derivino scenari, come da taluni ipotizzato, che arrivino fino alle dimissioni di Conte ed alla costituzione di un nuovo esecutivo.
Ma procediamo per gradi, ricostruendo le tessere del puzzle politico in atto.
Primo elemento da considerare: le prossime elezioni regionali
Diversi sondaggi danno come nettamente sconfitta l’attuale maggioranza di governo.
Parrebbe, stando agli ultimi dati previsionali, che in almeno 5 regioni su sette, il centro-destra farebbe man bassa di voti.
Si potrebbe obiettare che le regionali non sono elezioni politiche.
Tuttavia stanno pesando soprattutto le decisioni, che vedono gli alleati di governo andare a questo appuntamento in ordine sparso.
Di qui un clima di netta tensione politica, ed alcuni osservatori sottolineano che forse Conte, a seguito di elezioni confermate in negativo per l’attuale maggioranza nazionale, si dimetterà.
Del resto, pesano anche le divergenze proprio in materia di MES, in un momento peraltro molto delicato e foriero di tensioni anche sul piano sociale.
Alcuni osservatori collegano poi le dichiarazioni di Draghi proprio alla possibile caduta del governo. Infatti, perché esprimerle proprio ora?
Appunto, la risposta potrebbe essere che la probabile caduta di Conte si avvicina.
Ma poi, cosa succederebbe?
Come noto, alle ultime elezioni politiche il centro-destra non era riuscito a conquistare una maggioranza, tale da consentire di sostenere autonomamente un proprio esecutivo.
Ora la storia si ripeterebbe.
Nel senso che, anche in caso di dimissioni di Conte, comunque l’attuale opposizione di centro-destra non avrebbe la maggioranza numerica in parlamento.
Ne consegue che, in caso di caduta di Conte, l’unica alternativa a possibili elezioni anticipate sarebbe un probabile esecutivo di minoranza, che diversi analisi riconducono proprio ad un fronte che potrebbe riunirsi attorno al nome di Draghi.
E sarebbe probabilmente formato soprattutto da partiti europeisti e filo-MES. In questa ipotesi si andrebbe quindi verso un possibile governo guidato da Draghi, sia pur nella formula dell’esecutivo di minoranza, quindi con l’astensione dal voto di fiducia di alcuni partiti, come ad esempio i 5 stelle.
Oppure, in uno scenario alternativo, qualora i partiti politici che dovrebbero astenersi, per consentire alla fiducia di passare, non lo facessero, non rimarrebbe che andare alle urne, ed a quel punto, come si usa dire, i giochi sarebbero aperti, compresa l’ipotesi di forze politiche che esplicitamente sostengano una piattaforma che faccia espresso riferimento a Draghi.
Insomma, probabilmente i giochi si stanno aprendo ed ai mercati non dispiacerebbe che in Italia ci fosse un Governo diverso. Meno diviso politicamente ma, soprattutto, meno guardingo dall’usare certi strumenti messi a disposizione dall’UE.
Verso un setup rialzista?
Con tutto questo, a scanso di equivoci, non intendo formulare alcun giudizio politico, ma mi sono limitato ad indicare scenari politici e quelle che potrebbero essere le preferenze dei mercati.
In buona sostanza, stanno emergendo temi e prospettive, che potrebbero contribuire ad un possibile, nuovo slancio rialzista, ed a prospettare le possibilità che si vada verso un setup rialzista sui principali indici internazionali.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“