Verso un nuovo Dpcm e proroga dello stato di emergenza? Conseguenze economiche e aspetti costituzionali

Governo

Vi ricordate dei Dpcm?

Erano atti amministrativi, con cui venivano definite le misure restrittive durante il lockdown.

L’ultimo scade il 14 luglio, ma si sta andando verso un nuovo Dpcm e verso un nuovo lockdown?

In base alle news disponibili sino a questo momento, è probabile che per quella data venga emanato un nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri, o un atto del ministro della salute, o forse un atto a firma congiunta, in cui verrà precisato quali misure resteranno in vigore, quali muteranno e quali sopraggiungeranno ad innovare il quadro delle possibili restrizioni.

La fase emergenziale, infatti, anche se allentata, non è ancora terminata e, anzi, potrebbe essere prorogata.

Verso un nuovo Dpcm e proroga dello stato di emergenza?

Sospetti di incostituzionalità

L’ipotesi di una proroga dello stato d’emergenza ha contribuito a nuove frizioni tra le forze politiche.

Soprattutto perché i timori per la tenuta del quadro costituzionale non sono certo pochi. Ed altrettanto gravi sono le preoccupazioni per le conseguenze sotto il profilo economico.

Limitare o negare alcune fondamentali libertà, come già avvenuto in occasione di precedenti Dpcm, potrebbe essere infatti palesemente incostituzionale, in assenza di determinati presupposti.

E proprio per questo motivo si sta probabilmente andando anche verso una proroga dello stato di emergenza, perché eventuali misure restrittive di alcuni diritti costituzionali, come la libertà di circolazione e di assembramento, potrebbero essere considerate incostituzionali, in assenza di una rinnovata dichiarazione di stato di emergenza. Tesi peraltro da parte mia sostenuta sin dai primi Dpcm.

Il lockdown era iniziato, non a caso, come ricorderete, con un primo atto fondamentale, proprio la dichiarazione dello stato emergenziale che, appunto, doveva terminare a breve, il 31 luglio.

Remota l’ipotesi di una proroga?

Nonostante in precedenti decreti non fosse stata prevista l’ipotesi di una sua proroga, ora l’ipotesi di una proroga pare quindi tutt’altro che remota. Forse sino al 31 ottobre oppure sino al 31 dicembre.

Si vorrebbero infatti prorogare alcune misure e probabilmente introdurne altre, ma il tutto sarebbe incostituzionale, senza stato emergenziale.

Dovremmo attenderci infatti un Dpcm che definisca quali misure saranno applicate in materia di restrizioni martedì 14, data in cui scadranno quelle precedentemente assunte e, successivamente, ma entro il 31 luglio, dovrebbe seguire un provvedimento di proroga dello stato emergenziale, al fine di poter assumere misure restrittive che abbiano efficacia anche oltre tale data.

In ogni caso, forti dubbi sulla costituzionalità della proroga di misure restrittive e della proroga della dichiarazione dello stato di emergenza permangono ugualmente, ed anche a prescindere dalla sussistenza di una situazione sanitaria che giustifichi tali provvedimenti, per il rischio che una continuazione della soppressione o limitazione di alcuni fondamentali diritti sia comunque incompatibile con la costituzione. E comunque, per taluni l’attuale situazione epidemiologica non giustificherebbe la proroga di uno stato emergenziale.

Saremmo cioè in presenza, comunque, di una sproporzione tra situazione effettiva e strumenti utilizzati per affrontarla, e questo spiega anche il rinnovato clima di tensioni politiche su questa materia.

A maggior ragione, poi, se tali decisioni non fossero confermate da un voto parlamentare, sorgerebbe il sospetto che l’esecutivo voglia indebitamente arrogarsi troppi poteri, normalmente sottratti al governo.

Non a caso il governo Conte viene accusato da più parti di voler approfittare dello stato d’emergenza, per acquisire più poteri di quelli che gli spetterebbero e congelare lo scenario politico, in una fase in cui la tenuta stessa della sua maggioranza è in bilico su vari fronti.

Ma quali provvedimenti dobbiamo attenderci martedì?

Probabilmente, nulla di eclatante.

Soprattutto una continuazione di precedenti misure, lungo le tre principali direttive sinora fornite: distanziamento, obbligo di mascherina in luoghi chiusi, se non è possibile rispettare il distanziamento, nonché divieto di assembramento.

Altre misure probabili l’obbligo di acquisire dati degli avventori nei pubblici esercizi. Nonché il divieto di ingresso in Italia per chi proveniente da certi paesi o di quarantena per cittadini italiani di rientro dai medesimi.

Ma non sono solo questioni giuridiche o di natura sanitaria quelle che tali provvedimenti comportano.

Conseguenze economiche e psicologiche

Gli aspetti legali, a loro volta, impattano anche su quelli psicologici.

Infatti, i dubbi sulla costituzionalità dei provvedimenti, pongono anche interrogativi sui perché dei medesimi.

Ed allora, potrebbe venire il sospetto che la situazione sia tutt’altro che superata, dal punto di vista medico, unico motivo che giustificherebbe certe misure e l’intenzione di andare verso un nuovo Dpcm. Con la altrettanto probabile conseguenza del rischio poi di nuove chiusure anche di attività economiche.

Ma chiusura significa, come ormai ben sappiamo, inevitabile recessione economica. E visto che già l’attuale situazione non è stata ottimamente gestita  (a chiudere si fa in fretta, ma ripristinare una ripresa è assai più difficile), come sarebbe gestita una seconda fase di lockdown economico?

Il rischio è poi non solo, evidentemente, quello di non riuscire ad agire sulla situazione attuale. Ma di aggravarla sino a raggiungere un livello di assoluta insostenibilità economica e sociale.

Occorre, infine, considerare il timore di nuovi focolai e di ammalarsi. Le nuove chiusure potrebbero indurlo in primis proprio nella popolazione, convinta che anche solo la proroga di precedenti restrizioni equivalga a situazione epidemiologica in peggioramento. Con conseguenti effetti negativi anche sul fatturato di molte imprese. Effetti che si verificherebbero, quindi, anche a prescindere dalle chiusure decise a livello normativo. Per i timori di rischio per la propria incolumità, che si diffonderebbero in caso di proroga della situazione emergenziale.

Verso un nuovo Dpcm: cosa aspettarsi?

Sicuramente questa sarà una settimana di notizie rilevanti, quindi, e di nodi che verranno al pettine delle decisioni politiche. Peraltro non solo in materia di lockdown.

Soprattutto per il governo Conte, stretto tra decisioni su lockdown e stato emergenziale da un lato e decisione su revoca di Aspi dall’altro lato. Ttte questioni che non vedono concordi neppure i partiti di maggioranza.

Di qui anche il timore che una proroga dello stato emergenziale possa celare altre motivazioni, riconducibili, secondo taluni, più alla situazione politica, che a quella sanitaria.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box“e “PLT