Venezia78 inizia con Madres Paralelas, intenso cordoglio alla storia di Spagna di Almodovar

almodovar cruz

Se da Almodovar qualcuno si aspettava un altro labirinto di passioni, tacchi a spillo, sfrenatezze notturne e movida è rimasto sicuramente deluso. Ma è grande oggi la commozione, in Spagna per il suo film “Madres Paralelas” che è un lungo e intenso cordoglio alla gente che ha nella sua storia di famiglia un pezzo della storia più oscura di Spagna. Spieghiamo oggi perché il regista iberico ha intrecciato con la storia i destini di due ragazze madri, interpretate da Penelope Cruz e Milena Smit, travolte dallo scambio di culle. Perché le ha fuse con una tragedia inimmaginabile del periodo franchista alla quale lavora un antropologo, intrepretato da Israel Elejalde.

Non è un Almodovar sottotono, anzi

Dopo la giornata di ieri di Venezia 78 con i primi film red carpet stellari e Leone d’oro a Benigni, qualche media ha bollato questo lavoro di Almodovar come sottotono. In realtà questo giudizio è un palese grave errore. Quando portiamo “La grande bellezza” agli Oscar, molta parte del pubblico e anche della giuria può non comprendere tutti i riferimenti visivi, storici, culturali e di costume che quel capolavoro contiene. Le metafore e le allusioni alla politica o al mondo della televisione. Lo stesso avviene per noi davanti a questo splendido film intimo e maturo di Almodovar scelto dal direttore Alberto Barbera per aprire la mostra, con il Presidente Mattarella seduto al posto d’onore. Ci racconta una ferita gravissima della storia spagnola e tocca l’anima e la memoria più sacra di milioni di famiglie.

Venezia78 inizia con Madres Paralelas, intenso cordoglio alla storia di Spagna di Almodovar

Per capire questo film bisogna tornare indietro a due anni fa, alla cronaca dello spostamento dei resti del dittatore spagnolo Francisco Franco. In quei giorni il governo spagnolo presentò un progetto di legge per esumare le centomila, o forse più, vittime del franchismo. Persone sepolte nelle fosse comuni in tutta la Spagna e rimaste senza nome. Un numero che secondo Amnesty International è superato solo dagli orrori avvenuti in Cambogia. La ‘Legge della memoria democratica’, ha aperto uno scenario inedito che potrebbe portare le vittime del franchismo e i loro familiari ad ottenere giustizia, una volta per tutte. Prevede la creazione di un database del DNA per identificare i resti di chi è rimasto senza nome, la cui esumazione diventa “affare di Stato”. L’intento era dare un colpo di spugna alla Legge di Amnistia del 1977, che aveva annullato i reati commessi durante il periodo franchista.

La Cruz meno diva perciò più diva di sempre

Penelope Cruz in questa storia è una donna spettinata e scaricata, una donna che vive questa maternità come una scelta importante ma meno lieta di come l’aveva immaginata. Le location sono curatissime e più belle dei suoi vestiti e dei suoi make-up. Ma è un effetto voluto, proprio dal Maestro Almodovar. La Cruz meno diva è diventata, in questo film, più diva di sempre. Il suo incontro con Ana, la ragazza che diventa madre per stupro e ricatto, inizia da compagne di stanza in ospedale ma poi cambia direzione. La fotografa single con figlia va a caccia di verità, anche scomode. Mentre Milena Smit conclude l’età dell’adolescenza con la confusione tra dipendenza e autonomia che caratterizza molte giovani donne del Terzo Millennio.

La stoccata alla Casa di Carta

Venezia78 inizia con ‘Madres Paralelas’, intenso cordoglio alla storia di Spagna di Almodovar. In questo film imperdibile, Almodovar bastona ironicamente la fiction della ‘Casa di Carta’. Apriamo i caveau veri, i segreti della storia patria, invece di quelli immaginari della banca nazionale, pare dirci. Sarà solo una coincidenza, ma la Cruz sfoggia una chioma ramata con balayage come quella della famosa ispettrice Raquel. Anche la neomamma Ana si taglia i capelli corti e veste come la terrorista Tokyo. Infine, persino l’antropologo ha la barba, gli occhiali fuori moda e il tratto pacato dello stratega della banda, il ‘Professore’. Un po’ professore lo è anche lui, in questa storia. Perché certe cose le capisce e alla prima occhiata. E altre le trova, ma là dove erano da troppo tempo.