Ogni economia di mercato è fatta di tanti settori produttivi diversi e il Covid-19 li ha colpiti quasi tutti. Alcuni li sta stritolando (entertainment, turismo, voli), altri …li sta “graziando”. Un esempio tra questi? Le compagnie assicurative e i loro prodotti sull’Rc auto: gli utili e fatturati di queste aziende esploderanno da qui a dicembre? E il motivo è presto detto: il lockdown generalizzato ha imposto a tutti di restare a casa per due mesi, quindi traffico sulle strade e incidenti quasi annullati del tutto. Mentre le coperture assicurative comunque sono state fatte o laddove congelate o spostate dal legislatore certamente non sono state pari al periodo degli “arresti domiciliari”.
Quanto hanno risparmiato?
L’Rc auto sappiamo che è la copertura assicurativa più importante per ogni automobilista e solitamente la si paga ogni semestre o in unica soluzione annuale. Dato che il crollo del traffico urbano (ed extraurbano) e degli incidenti è stato stimato nella misura dell’80%, quanto hanno risparmiato le compagnie? In mancati premi passivi da corrispondere agli assicurati? Il conto è fatto. Si tratta (ha stimato una nota testata giornalistica finanziaria) di €25 milioni al giorno, che moltiplicata per 2 mesi fanno la bellezza di €1,5 miliardi. Dalla Fase-2 in poi può dirsi “finita la festa”? Probabilmente no: sebbene il traffico riprenderà col passare dei giorni, i tanti inviti alla prudenza contro possibili ricadute porterà milioni di italiani a razionare le uscite. Morale: i risparmi nei costi per le aziende assicuratrici saranno minori di 25 milioni di euro, ma sicuramente saranno positivi per esse.
La rigidità delle tariffe e l’incertezza sull’autunno
Allargando poi l’orizzonte da qui a fine anno non è da escludere completamente e a priori eventuali blocchi (totali o alle sole zone rosse) della circolazione. Che si trasformeranno ovviamente in ulteriori guadagni certi (per mancati costi) per le aziende di settore.
Altro punto di forza delle compagnie assicurative è dato dalla rigidità dei costi delle tariffe assicurative. Ossia: i prezzi dell’Rc si muovono con velocità inaudita (al rialzo) per inflazione, o il cambio di massimali, o ai costi della rete delle agenzie o dei premi elargiti ai clienti. Ma mostreranno altrettanta elasticità al ribasso? Dubbi. Perché spesso si tratta di mercati rigidi nel loro interno, monoliti che sanno camminare in avanti coi prezzi, ma non altrettanto sanno fare indietro. Un altro caso? Le compagnie petrolifere.
Alcune compagnie assicurative quotate a Piazza Affari
Come stanno le aziende del comparto assicurativo in Italia? E soprattutto gli utili e fatturati di queste aziende esploderanno da qui a dicembre? È verosimile che ciò accada. Un (indiretto) esempio lo ha dato Generali Assicurazioni (MIL:G) che per il 2020 ha deciso di confermare il dividendo per l’anno in corso: pura coincidenza o un segno di casse floride? È più verosimile la 2°, anche alla luce delle raccomandazioni date alle banche (le cugine delle compagnie assicurative) di non distribuire utili. Riprova ne è il fatto che dall’inizio dell’anno in Borsa perde “solo” il 27%.
Non altrettanto benevolo è stato – almeno finora – il destino di altre due note aziende di comparto quotate a Piazza Affari. Quanto ad Unipol Gruppo e Cattolica Assicurazioni, rispettivamente –36,4% e –55% rispetto al 1° gennaio 2020, il terreno da recuperare sembra, almeno sulla carta, maggiore. Ma da qui a dicembre ancora tutto può succedere.