Unione Europea: l’economia continua a zoppicare

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A conferma che l’Italia non è un corpo estraneo all’Unione Europea vediamo ogni giorno in uscita dati macroeconomici relativi all’intera area UE tutt’altro che brillanti.

Semmai l’Italia deve fare i conti con gli anni passati in cui non si è pienamente agganciata alla fase di risalita vissuta da altre nazioni europee.

Ad oggi l’Italia, in proporzione, sta rallentando meno di altri stati… il problema appunto è che parte da livelli più bassi…

Vediamo comunque i principali dati UE di giornata.

Tabella principali dati dell’ Unione Europea di giornata

    Indagine sugli affari e sui consumatori (Mar) 105,5 105,9 106,2
    Indicatore dello stato di salute delle Imprese (Mar) 0,53 0,66 0,69
    Fiducia dei consumatori (Mar) -7,2 -7,2 -7,4
    Aspettative di Inflazione dei consumatori (Mar) 17,0   18,0
    Aspettative sul Prezzo di Vendita (Mar) 7,0   9,0
    Sentimento del settore dei servizi (Mar) 11,3 12,0 12,1
    Sentimento del settore industriale (Mar) -1,7 -0,8 -0,4

 Balza all’occhio che nessun dato ha fatto meglio delle attese!

Non stiamo analizzando dati fondanti sia chiaro…ma nella loro intonazione di insieme confermano che l’economia europea è in difficoltà.

Politiche europee inadeguate

Vista la profonda diversità dei risultati ottenuti negli stessi anni rispetto agli USA ma anche rispetto alla Gran Bretagna, è evidente che in sede di Unione Europea sarebbe opportuno avviare una fase di profonda autocritica.

A cominciare dagli opposti esiti in ambito occupazionale è palese che a Bruxelles sono state prese strade inefficaci se non controproducenti.

Le decine di critiche possibili le riassumiamo in due semplici punti:

1 le politiche dell’Unione Europea non sono mai state in grado di adeguarsi alle esigenze specifiche di ogni singolo paese.

Eppure, le diversità e le peculiarità della struttura economico produttiva nonché sociologiche tra i vari stati membri sono sempre state ben note…

2 L’ Unione Europea ormai agli occhi dei più, specie in campo imprenditoriale (ivi comprese le PMI), ormai ha finito per fare rima con burocrazia!

Quello che riviene da Bruxelles sono regolamenti, cavilli e strettoie burocratiche che, praticamente sempre, non si accompagnano ad alcun vantaggio per l’imprenditore ed i suoi lavoratori.

Anzi, spesso comportano meramente aggravi di costi che finiscono per gravare sull’azienda ma anche sulla sua capacità di investire.

Inoltre, perché no, sono risorse sottratte alla possibilità di premiare maggiormente i collaboratori più brillanti e meritevoli.