Ci sono davvero risultati così tangibili che vengono dall’ Unione Europea?
Oggi prendiamo spunto da un interessante articolo pubblicato sul Corriere della Sera.
Alcuni aspetti sono condivisibili ma altri a parer mio non lo sono. I punti in cui non sono d’accordo e secondo me sono opinabili.
Unione Europea: per arrivare a Schengen non serviva l’euro
L’UE non può essere giudicata a prescindere dall’euro e dai suoi disastri e dall’occupazione.
Nessuno discute l’utilità del trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini e delle merci.
E’ evidente però che per raggiungere un accordo doganale non erano certo necessari né una moneta comune, che ha dimezzato in 6 mesi il nostro potere d’acquisto, né tanto meno una politica economica comune.
Politica di austerity che ha moltiplicato la disoccupazione in Italia e in numerosi altri paesi nonché cancellato la classe media e portato alla chiusura di decine di migliaia di PMI e attività commerciali prima fiorenti.
Per capirci, dato ISTAT, la disoccupazione in Italia ante euro era al 9% ora si trova al 10.6%. un drammatico crescendo di circa il 20%!
L’Erasmus valica ampiamente i confini Unione Europea
Certo il dialogo tra nazioni è stato alla base di questo progetto che ha prodotto un risultato che viene così descritto.
“9 milioni di studenti hanno visto le loro vite cambiate: età media 24 anni, accolti in 5.000 istituti di 33 Paesi diversi, fra gli altri 843.000 italiani. Nel 2021-2027 partiranno altri 12 milioni di giovani.”
Terminati gli studi, cercheranno un lavoro nel mercato unico europeo.
Tutto vero, ma forme identiche di scambio stanno attraendo da anni un sempre maggior numero di studenti italiani sono in vigore con Stati Uniti ed Australia.
E la percentuale di quelli che si ferma in questi Stati, pur molto più lontani, è in costante aumento e legata anche alle grandi e migliori opportunità di lavoro offerte rispetto all’Europa.
Insomma anche qui non servivano né euro né politiche comuni per addivenire a scambi interculturali tra studenti.
La presunta crescita del PIL
Attribuire all’Unione europea meriti riguardo alla crescita del PIL è a parer mio una forzatura o il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Per dinamica globale il PIL è cresciuto ovunque: dalla Thailandia all’Ucraina, dallo Zimbawe alla Macedonia il PIL è cresciuto anche senza euro e senza Unione Europea.
Sarà certamente vero che il PIL pro-capite è cresciuto di 1.050 euro per cittadino grazie al libero scambio…ma quanto ne abbiamo perso per i limiti alla nostra produzione agricola?
Quanto PIL abbiamo perso per la perdita di competitività del nostro turismo ancorato a una moneta “forte” come l’euro’?
Unione Europea e stabilità monetaria e interessi sul debito… ma anche in Gran Bretagna
E qui debbo dare atto che nell’articolo si cita correttamente l’effetto su costo del debito pubblico in effetti sceso così come l’inflazione come vediamo in tabella:
E’ anche vero che però il caso della Gran Bretagna ci dimostra come la rinuncia alla sovranità monetaria non era l’unica via per calmierare inflazione e costo del debito pubblico.
Senza contare che nella mia personale interpretazione questa forzatura monetaria ha avuto come principale effetto quello di portare gli italiani a vivere sopra le proprie possibilità…
L’abbattimento dell’inflazione negli anni ha portato a una view alterata del proprio potenziale d’acquisto falsato per diversi anni ancora di più dal credito facile.
E tra l’altro questa distorsione ha portato in diversi ambiti a privilegiare costosi prodotti stranieri rispetto ai più convenienti prodotti italiani(auto, elettrodomestici, ecc).
Ambiti in cui non serviva l’Unione Europea per intervenire
Nell’ articolo si citano temi importantissimi: ambiente, sicurezza alimentare, prodotti tossici.
Nessuno discute l’importanza di queste normative ma certamente non serviva un’Unione politica per regolamentare settori che necessitano di regolamentazione in base al semplice buon senso.
Anche la nazioni fuori Unione Europea come il Costarica o la Svizzera hanno normative sugli stessi temi.
La burocrazia UE ha sterminato migliaia di attività
Se poi vogliamo approfondire possiamo dire che l’impatto burocratico prodotto dall’Unione Europea è spesso scorrelato alle potenzialità delle aziende.
Piccole attività o anche PMI costrette ad appesantire i propri costi di esercizio da minuziosi quanto spesso inutili incartamenti.
Tantissime piccole e medie aziende sono state costrette a chiudere per questi maggiori oneri e spesso, per sopravvivere, proseguono l’attività in nero: non c’è che dire ottimo risultato.
A parer mio, percorsi come quello della “Via della Seta” con la Cina dimostrano ampiamente qual è la via alternativa e confermano che la view della normale competizione commerciale globale come una guerra è ampiamente superata.
Il mondo, tutto il mondo, anche quello utilizzato come discarica delle bombe targate Unione Europea, ha bisogno di cooperazione e collaborazione non di spostare la battaglie dall’ambito militare a quello commerciale.
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