Unicredit verso le “nozze con SocGen?

ProiezionidiBorsa

Pare proprio che gli analisti siano al lavoro per attribuire un valore alle due mega banche in vista di una possibile fusione.

Le modalità con cui Unicredit è tornata all’utile sono più o meno note, quello che non tutti hanno chiaro e che i 13 euro circa della quotazione attuale sono frutto di due raggruppamenti da 10 azioni ciascuna. Ergo il valore storico del titolo ante raggruppamenti sarebbe 0.13 euro: brividi.
La situazione di SocGen è meno nota , i “pasticci” ai tempi dei sub-prime erano più o meno similari a quelli della banca italiana (se così si può ancora definire…) ma poi il governo francese è intervenuto ben più drasticamente del nostro a sostegno delle proprie banche. Di fatto in Italia, per le consuete ragioni di debito pubblico, soltanto MPS ha goduto di un massiccio appoggio pubblico per impedirne il default.

Ora, mettere le due banche al tavolo della trattativa dà l’idea che già in partenza Unicredit partirà da una situazione di debolezza , proprio per il diverso appoggio governativo avuto rispetto alla banca francese (se così si può ancora definire….). Va detto che il vertice di Societe Generale  è italiano (Bini Smaghi) mentre quello di Unicredit è francese (Mustier), strani giochi della globalizzazione.

Stando alle ultime però al momento non vi sono le condizioni per procedere, per lo meno celermente come forse qualcuno ai piani alti di Unicredit si augurava. La tempesta di autunno  andrà ,se ci sarà, combattuta in solitaria. D’altronde come si può procedere a una fusione quando si sa che molti dei crediti inesigibili delle due banche sono stati spostati all’esterno , in conduit, società di acquisto di crediti deteriorarti, spalmati in obbligazioni o peggio CDS i e poi scambiati all’interno di fondi , polizze, unit eccetera.
Considerando la rotazione delle posizioni di vertice avvenuta in questi anni forse nessuno ha più un quadro preciso storico di dove è sommersa la marea di asset tossici che ancora imballa l’attività delle banche europee. E sia bene inteso non solo delle due di cui stiamo trattando. Anche perché una parte di questi è stata liberata, ceduta definitivamente e contabilizzata ma un ‘altra parte dimensionalmente sconosciuta è stata estratta dai bilanci con artifizi a termine e prima o poi tornerà a fare sentire il proprio peso.

Per equanimità con MPS, prima di gettare in pasto ai francesi quella che contende a Banca Intesa il primato come banca nazionale, il governo dovrebbe fare un seria riflessione se non sarebbe corretto intervenire direttamente per risanare una volta per tutte il bilancio di Unicredit . Dopo di che andranno cambiate le regole sulle attività consentite e  pure la governance ove si appuri che vi sia stato un protrarsi di attività rischiose e non tipiche (leggasi cartolarizzazioni con relativa creazione di obbligazioni e/o derivati tossici). La battaglia che il governo intende portare avanti con Bruxelles può tranquillamente comprendere anzi dovrebbe proprio farlo il risanamento vero del sistema bancario nazionale. Sistema non dimentichiamocelo che è stato alla base delle crisi e che tra qualche mese non potrà più contrare sul sostegno di Mario Draghi…ma di questo parleremo in un prossimo articolo.

 

Gianluca Braguzzi
CFI Asset Management and Organization WIAM