Unicredit: la chiusura di maggio potrebbe scatenare una nuova accelerazione ribassista

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Unicredit rappresenta uno dei maggiori misteri di Piazza Affari. Presenta, infatti, tutte le caratteristiche che deve avere un titolo bancario per essere apprezzato, ma continua a scendere. Analizziamole insieme.

I conti relativi al primo trimestre sono stati buoni nonostante la pandemia da Covid-19 (clicca qui per leggere i dettagli).  La banca ha annunciato che nel primo semestre del 2020 contabilizzerà 900 milioni di rettifiche in più a seguito del mutato scenario macroeconomico dovuto all’emergenza Coronavirus. Il management, a cominciare dall’amministratore delegato, si è applicato un taglio alle remunerazioni.

Tutti elementi che normalmente avrebbero dato la scossa al rialzo alle quotazioni del titolo, ma che in questo caso non hanno sortito nessun effetto.

Alla domanda sul perché le banche fossero penalizzate così tanto in questo frangente, Pierre Mustier ha addotto come motivazione “timori degli investitori sull’impatto strutturale (del Covid-19) nel lungo termine sulla redditività”.

Motivazione corretta, ma perché allora Unicredit ha fatto peggio della media del settore bancario?

Il confronto tra l’andamento di Unicredit, del settore bancario e del mercato italiano è mostrato nella tabella seguente. Si noti come durante la pandemia nulla sia cambiato rispetto agli anni precedenti, quando il titolo ha fatto sempre peggio del settore di riferimento.

Unicredit

Industria

Mercato Italiano

7 giorni -3.0% -1.0% 0.2%
30 giorni -13.9% -6.1% -1.9%
90 giorni -54.4% -44.2% -29.0%
1 anno -39.8%/-39.8% -28.6%/-31.9% -15.6%/-18.8%
3 anni -59.3%/-60.9% -43.1%/-48.7% -13.8%/-22.1%
5 anni -78.8%/-90.1% -62.4%/-76.2% -23.9%/-41.2%

Rimane sempre molto alto il consenso degli analisti, che vedono una sottovalutazione media di circa il 60% ai livelli attuali, ma non basta a sostenere le quotazioni di Unicredit.

L’indice patrimoniale del Price to Book ratio esprime a sua volta la forte penalizzazione del titolo che quota a sconto del 50% rispetto alla media del settore bancario.

L’istituto di Piazza Gae Aulenti, quindi, apparentemente è il candidato ideale per un investimento di medio/lungo periodo in Borsa, ma i fatti non confermano le aspettative.

Analisi grafica e previsionale sul titolo Unicredit

Unicredit  (MIL:UCG) ha chiuso la seduta del 13 maggio in ribasso del 3,85% rispetto alla seduta precedente a quota 6,4€. Da notare che il titolo ha segnato nuovi minimi storici.

Sul time frame mensile è in corso una proiezione ribassista che ha già raggiunto il suo II° obiettivo di prezzo in area 6,45€. Al momento le quotazioni si trovano sotto questo valore. Qualora il mese di maggio dovesse confermare questa rottura, ci sarebbero i presupposti per raggiungere quanto meno area 4,9268€, mentre la massima estensione del ribasso in corso si trova in area 2,5€.

Solo la tenuta del supporto in area 6,45€ potrebbe favorire un rimbalzo fino in area 7,9733€. Un’inversione di lungo periodo, invece, passa per almeno una chiusura mensile superiore a 6,9215€.

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Unicredit: proiezione ribassista in corso sul time frame mensile. La linea blu rappresenta i livelli di Running Bisector; la linea rossa i livelli de La Nuova Legge della Vibrazione.