Sulla situazione greca al momento vi è ben poco da aggiungere. Il paese ellenico sta facendo fronte ai propri impegni, seppur rimodellati ad hoc, impoverendo sempre più la popolazione, ergo con entrate fiscali prossime a venire sempre più limitate, ergo con nuovi spettri finanziari in arrivo.
I “supereroi” francesi, quelli che dopo averli detestati per secoli ora hanno come modello i tedeschi.
Peccato per loro che siano paese profondamente diverso , con esigenze diverse.
Pare essersene accorto anche Macron che ieri ha annunciato che per le nuove politiche sociali che ritiene necessarie la Francia alzerà il rapporto deficit PIL al 2,8%. Per realizzare una manovra che prevede tagli fiscali ed altre componenti di sostegno all’economia.
D’altronde mentre ieri commentavano l’ennesima tornata di dati tedeschi positivi oggi la Francia se ne esce con un imbruttita rilevazione sulla congiuntura nazionale uscita a 107 mentre il consensus era a 109 e il precedente a 110.
Un po’ più a sud la Spagna alle prese con una disoccupazione che per la prima volta da lustri arriva a farci vedere stadi calcistici mezzi vuoti, si arrabatta come può cercando deroghe e facilitazioni per non affondare nel mare che già ha sommerso la Grecia.
Beffa delle beffe mentre nell’Europa che racconta che l’inflazione è sotto controllo in Spagna oggi è uscito un indice dei prezzi alla produzione a +5.2% contro attese a +4.6% da paura.
L’abbinata disoccupazione-inflazione è la peggiore dinamica economica che una nazione possa augurarsi: la Spagna si pone così all’avanguardia nelle nazioni mediterranee più esposte a nuove ondate di crisi.
Un rialzo dei tassi in euro per calmierare il fenomeno spagnolo è totalmente da escludere, allo stesso tempo è difficile immaginare come la Spagna possa invertire il proprio trend occupazionale.
L’immobiliare che per anni ha trainato il paese è stato saturato con addirittura decine di milioni, si avete letto bene, decine di milioni di immobili nuovi invenduti sulle coste e sulle isole , tanto da arrivare al “paghi uno prendi due” in stile supermercato. Tacendo di come la banche spagnole sono state aiutate per non finire sepolte dalla montagna di mutui insoluti contratta da centinaia di , spesso improvvisati, immobiliaristi.
Capire come la Spagna potrà uscire da questo mix micidiale di inflazione e disoccupazione non è nostra intenzione, ci si limita a notare che se spread in volo deve essere, ebbene quello che ad oggi troverebbe maggiori giustificazioni è lo spread tra i bonos e il bund, lasciando in secondo piano i BTP italiani. Ciò visto che ancora, qua da noi, l’alternativa della produzione industriale, strutturalmente ai minimi dalla parti di Madrid, regge e crea o almeno mantiene occupazione.
Eppure ancora oggi il nostro spread è a 231 circa mentre quello spagnolo è a 98 circa… in sostanza la Spagna viene premiata per avere un debito pubblico storico molto più basso di quello italiano cosa che da anni le consente, in aggiunta a deroghe varie, di poter finanziare con interventi pubblici la ripresa ed il sostegno all’economia.
Nonostante questo i dati sono quelli di cui sopra.
Quindi come per l’Italia, Spagna e Francia evidenziano necessità diverse, parametri diversi, regimi e direttive diverse da quelle univoche imposte da Bruxelles, sono i numeri a dirlo e a confermarlo ogni giorno di più, possibile che nessuno se ne renda conto?