Sulle Borse europee permane l’incertezza. A dispetto della seduta positiva di ieri gli operatori finanziari mantengono una certa prudenza sui mercati azionari del Vecchio Continente. Le ragioni sono chiare ed attengono direttamente alla guerra in Ucraina e indirettamente alla crescita economica. Ieri sul mercato finanziario statunitense si è verificato un evento che ha impattato anche sul mercato finanziario europeo. Quello che è accaduto indica una chiara preoccupazione degli investitori per un fenomeno che potrebbe verificarsi sull’economia europea.
Ieri un’ondata di vendite sui titoli di Stato ha colpito i mercati finanziari obbligazionari statunitensi. La possibilità che la FED attui più rialzi dei tassi da qui alla fine dell’anno, ha spinto gli operatori a cedere massicciamente obbligazioni governative. Le vendite poi si sono trasferite anche ai mercati obbligazionari europei. I prezzi del nostro BTP decennale con scadenza marzo 2032, hanno toccato i minimi degli ultimi 2 anni.
Il rialzo dei tassi è vissuto in maniera completamente diversa sulle due sponde dell’Atlantico. Gli USA hanno un’economia in forte crescita e il mercato del lavoro continua a migliorare, peraltro creando delle tensioni salariali. Il rialzo dei tassi di interesse in USA serve a tenere al guinzaglio un’inflazione che è spinta anche dalla forte crescita economica.
Una paura frena le Borse europee ma per Piazza Affari il raggiungimento di questa soglia potrebbe mettere il peggio alle spalle
In Europa lo scenario è molto diverso ed una paura frena le Borse. La crescita dell’economia potrebbe subire un forte rallentamento a causa del rialzo dei prezzi. La guerra in Ucraina è un ulteriore fattore di penalizzazione della crescita, specialmente se durasse a lungo. Analisti ed operatori hanno il timore che in Europa la corsa del PIL possa frenare fino ad arrivare a un livello di stagnazione. Un’economia debole con un’inflazione molto alta, creerebbe il temutissimo scenario di stagflazione. Ieri la presidente della BCE Christine Lagarde ha escluso questa possibilità, ma gli operatori finanziari rimangono prudenti.
La prospettiva dell’andamento delle due economie di qua e di là dall’Atlantico, si riflette in modo diverso sui movimenti dei mercati azionari. La Borsa USA sta salendo da quando la FED ha rialzato i tassi, mentre i mercati europei stanno facendo fatica. Ieri i principali listini del Vecchio Continente hanno guadagnato attorno all’1% ma i volumi sono stati bassi.
Piazza Affari ieri ha chiuso in rialzo dell’1%, l’indice Ftse Mib ha terminato a 24.533 punti. La chiusura sopra i 24.500 punti è una buona notizia. Oggi se l’indice proseguirà nella salita potrebbe arrivare in area 24.700/24.800 punti. Poi i prezzi potrebbero dare l’attacco alla soglia dei 25.000 punti nelle ultime sedute della settimana. Al ribasso area 23.800/24.000 punti continua a rimanere determinante. Una eventuale discesa dei prezzi sotto questo livello potrebbe fare scendere l’indice sino a 23.500 punti. Il raggiungimento di questo livello metterebbe alle spalle il peggio.
Occorre, però, ricordare che il 16 marzo il Ftse Mib ha lasciato aperto un gap rialzista. I prezzi chiuderanno questo gap solo con una discesa fino a 23.595 punti.
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