Una buona notizia per l’Italia: nell’Indice di Libertà Economica siamo messi meglio della media. Che cos’è questo indice? E’ un indice molto seguito, elaborato dalla Heritage Foundation. In esso vengono definite 12 metriche. E le nazioni del mondo vengono paragonate tra di loro in base ad esse. Nell’ultima versione del 2020 sono emerse diverse cose interessanti, che riportiamo più sotto. Quella che ci interessa di più è che l’Italia è migliorata, di poco, rispetto al 2019. Che ci troviamo in una zona di moderata libertà economica. Ma che siamo messi meglio della media mondiale. Anche se siamo 74esima su 180 nazioni. Sul podio ci sono Singapore, Hong Kong e la Nuova Zelanda. Nessuno nota che sono tre ex colonie britanniche? Il modello economico anglosassone è vincente su tutta la linea.
I risultati del 2020 confermano ancora una volta l’importanza della libertà economica. Soprattutto nel promuovere una crescita rapida e un progresso sociale sostenibile. I punti nodali sono quattro.
Punti nodali
a) I cittadini dei paesi “liberi” o “per lo più liberi” godono di redditi che sono più del doppio della media globale. E più di cinque volte superiori a quelli delle economie “represse”;
b) Il legame tra il miglioramento della libertà economica e la crescita economica è solido. L’espansione della libertà economica ha contribuito a raddoppiare il PIL mondiale negli anni successivi al debutto dell’Indice nel 1995. Sollevando centinaia di milioni di persone dalla povertà;
c) Le persone in società economicamente libere vivono più a lungo. Godono di una salute migliore e di “beni sociali” di qualità superiore, come l’istruzione. E hanno le risorse per diventare migliori amministratori dell’ambiente;
d) Una maggiore libertà economica è anche correlata a una più efficace governance democratica. E ad un più forte stato di diritto.
Una buona notizia per l’Italia: nell’Indice di Libertà Economica siamo messi meglio della media
Il punteggio di libertà economica dell’Italia è pari a 63,8: Migliore della media di 61,6. Il che rende la sua economia la 74esima più libera. Il suo punteggio complessivo è aumentato di 1,6 punti. Soprattutto grazie al miglioramento del punteggio di integrità del governo. L’Italia è al 37esimo posto tra i 45 Paesi della regione Europa. Il suo punteggio complessivo è ben al di sotto della media regionale. Ma leggermente al di sopra della media mondiale.
L’economia italiana è impantanata nei ranghi più bassi della categoria moderatamente libera per la maggior parte degli anni. Questo sin dall’inizio dell’Indice nel 1995. E’ trascinata verso il basso da un indicatore di punteggio costantemente molto basso. Cioè la spesa pubblica. Per questo motivo la crescita del PIL è stata eccezionalmente debole negli ultimi cinque anni.
Le priorità politiche del governo sono giudicate sbagliate Si tratta di maggiori spese per la ricerca, l’istruzione e il welfare. L’introduzione di un salario minimo. Incentivi per le piccole e medie imprese. Garanzie pensionistiche per i giovani. Queste misure non faranno nulla per aumentare la libertà economica in Italia, è l’impietoso responso.
Stato di diritto, dimensioni dell’amministrazione pubblica, efficienza dei regolamenti, concorrenza sui mercati
Queste sono le quattro macro aree in cui è diviso l’indice. Siamo in miglioramento per lo stato di diritto, sebbene persistano molti grossi problemi. Soprattutto riguardo l’ingerenza della criminalità organizzata. Per quanto riguarda la presenza dello Stato, siamo in moderato miglioramento. Ma le tasse sono ancora decisamente troppo alte. Sia per le persone fisiche che per quelle giuridiche. Per quanto riguarda l’efficienza regolatoria siamo messi male. E l’economia di mercato c’è, ma zoppica.
In definitiva, poteva andare peggio, visto che siamo in miglioramento. Ma essere solo 74esima non è un vanto. Soprattutto se si guardano i nomi di molte nazioni davanti a noi. Che sono percepite esserci inferiori in termini di libertà economiche. E che invece ci sono meritatamente avanti.