Il settore energetico si sta riprendendo dopo le ultime vicende in Medio Oriente. Esiste, però, un titolo jolly.
Investire in energetici
Il settore energetico ha già dimenticato i recenti attacchi agli impianti di Saudi Aramco. Attualmente il Brent è sotto i 62 dollari al barile. Anche se i tecnici fanno notare che le piattaforme hanno subito danni tali che richiederebbero diversi mesi per essere riparati. Ma il settore petrolifero continua a vedere al di là. Investire nel settore energetico, infatti, non è più come una volta. E per tanti motivi. Il primo è che, con la rivoluzione shale oil statunitense, gli Usa sono riusciti a tagliare in maniera praticamente definitiva, la loro dipendenza dal greggio in Medio Oriente. Il che ha portato con sé anche un’altra conseguenza.
Nuovi equilibri geopolitici e investimenti
Infatti senza più la presenza degli Stati Uniti come calmiere delle tensioni fra i paesi arabi, la zona è diventata ancora di più una polveriera che potrebbe esplodere tutt’ora da un momento all’altro. Non solo, ma anche l’Opec ha risentito non poco di questo squilibrio geopolitico. In seno all’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, l’Arabia saudita, da sempre leader del gruppo, ha preso ancora di più il sopravvento creando una serie di tensioni all’interno del club. Contemporaneamente l’influenza a livello internazionale esercitata dall’Opec ha iniziato a venire meno, complice anche la ritrovata forza della Russia e, come detto, quella degli Stati Uniti.
Esigenze future
A questo si aggiunga anche il fatto che esigenze ambientaliste impongono un adattamento degli investimenti da parte delle grandi compagnie. Grandi compagnie che, da parte loro, devono rivedere i propri investimenti in ottica di lungo periodo. Per quanto sul lungo termine, infatti, la sostituzione fra i combustibili fossili e le energie rinnovabili è una realtà innegabile. Per questo motivo le grandi Major petrolifere dovranno nel tempo sapersi adeguare alle nuove esigenze dimostrando una forte capacità di resilienza.
Un titolo jolly tra gli energetici: creazione di valore
Intanto, però, il punto principale per ognuna di loro è quello di riuscire a creare valore per gli investitori e in questo caso, il colosso della raffinazione Marathon Petroleum (MPC) ha svolto un lavoro eccezionale. Ramo di Marathon Oil ormai indipendente dal 2012 ha visto un +200% sulle azioni negli ultimi 7 anni che diventa 280% se si calcola anche il dividendo. In entrambi i casi, senza e con la cedola, il rendimento ha comunque schiacciato il 177% dell’S&P 500 registrato nello stesso periodo.