Un segreto per diventare ricchi: taglia costi come questi

gli italiani

 Come far crescere i propri risparmi? È il dilemma di ogni risparmiatore, da chi ha solo poche decine di euro a chi invece li ha collezionati a milioni. Fermo restando che la strada maestra passa per il proprio lavoro e la corretta gestione delle sudate finanze, vi sono tuttavia altri accorgimenti che alla lunga fanno la differenza. Ad esempio un segreto per diventare ricchi: taglia costi come questi . Facciamo esempi concreti.

Tagliare i costi del conto corrente

Secondo uno studio pubblicato da Banca d’Italia nel 2018 sull’anno precedente, il costo di gestione di un conto tradizionale è stato di €79,4 (+€1,8 sul 2016). Quanto costa invece un simile conto corrente ma nella versione online? Mediamente zero o comunque molto prossimo allo zero. Ora, ipotizzando uno scarto medio intorno ai €65/75 annui, alla lunga si parla di differenze sostanziali. Per esempio immaginando che per un decennio le distanze economiche tra le due tipologie di prodotti restino identiche, si tratterebbe di circa 650-750 euro. i soldi di una vacanza gratis.

Gestione attiva o passiva del portafoglio

Altra nota dolente riguarda la gestione “attiva” del portafoglio. L’esempio per eccellenza è il raffronto tra un Etf e un tradizionale fondo comune d’investimento.  Ora, con riferimento a fine 2016 i costi complessivi associati all’investimento in un fondo comune aperto armonizzato italiano erano stimati in media all’1,74% (dati Banca d’Italia, usando la metodologia “Total Shareholder Cost”). Al contrario i costi degli Etf sono nella maggioranza dei casi pari a un terzo o un quarto degli stessi, a seconda delle case emittenti. Anche qui un esempio concreto: ipotizziamo €10.000 nel fondo e in Etf più o meno simile. Nel primo caso le spese sarebbero di circa €174, nel secondo – ipotizzando il caso peggiore per il risparmiatore, e cioè aliquota pari a un terzo dell’altra – circa €58. Una differenza di €116 per avere grosso modo lo stesso prodotto. Discrepanza di costo che, moltiplicata negli anni, fa belle differenze.

Una filosofia da applicare a 360°

Ovviamente un simile modo di fare deve essere esteso a 360° a tutto ciò che attiene la gestione del proprio patrimonio. Si pensi ai costi di gestione di una polizza vita o ai costi di tenuta e sottoscrizione di un PIP. O a quanto costa in soldoni acquistare un BTP allo sportello oppure se fatto in home banking. E così via.

L’importanza di tenere a bada i costi

L’attenta cura dei costi (dall’assicurazione auto al mutuo casa, dall’abbonamento a una palestra alle commissioni per l’acquisto di un titolo azionario, etc) è di vitale importanza. Aldilà del fatto, importante, che essa costituisce un segreto per diventare ricchi: taglia costi come questi, c’è anche un altro aspetto da tenere a mente. Il costo inutile (o ingiusto, se paragonato a parità di prodotto-servizio) costituisce nel 100% dei casi la parte di soldi guadagnati. Perché poi si potrebbe pure discutere di guadagni, interessi, rendimenti,, etc, ma questo non sempre appartiene al campo della certezza matematica. Esempio: €10.000 su una gestione attiva (fondo comune) potrebbero anche rendere di più di uno strumento passivo, ma la statistica dice che la maggioranza di essi rende meno del benchmark di riferimento. Qual è la differenza? Semplice, ma determinante . Il maggiore rendimento è tutto da dimostrare, e lo si saprà a posteriori. Il minor costo è certo, e lo si sa in anticipo: ecco perché lo si considera un guadagno sicuro.