Il compito di chi si occupa di analizzare i mercati, è anche quello di studiare le varie ipotesi, per addivenire attraverso un incrocio di proiezioni, a quello che potrebbe essere il futuro più probabile.
Prima di entrare nel merito dell’analisi, indicata dal titolo dell’articolo, facciamo qualche passo indietro.
Come probabilmente qualcuno di voi ricorderà, questo blog era stato uno dei pochi, in piena spinta rialzista, ad individuare, a febbraio 2011, elementi strutturali delle borse, tali da far pensare ad un’imminente inversione ribassista di medio/lungo termine sui mercati azionari.
E’ quanto poi prontamente verificatosi ed, infatti, per diversi mercati febbraio 2011ha rappresentato un importante punto di svolta, mentre per altri il massimo è comunque stato ritoccato, ma solo di poco, a maggio.
Dopo questa conferma ribassista, abbiamo seguito i mercati in un periodo non facile, caratterizzato da emotività e fattori politici, esterni alla pura logica dei mercati ma, nonostante questo, direi che siamo riusciti comunque a decifrarne i movimenti spesso in modo vincente, tanto che, pur in pieno trend ribassista, abbiamo anticipato, ad esempio, i minimi di settembre ed individuato la trappola ribassista, intervenuta la scorsa settimana.
Proprio come a febbraio scorso, siamo anche convinti che spesso, soprattutto in periodi di incertezza, sia opportuno allargare lo sguardo, considerando anche logiche di lungo o di lunghissimo termine, proprio perché, mentre sul breve e medio possono talora prevalere situazioni contingenti, tali da determinare improvvisi cambi di trend, questo si verifica molto meno se si seguono movimenti e trend pluriennali.
Proprio per questo, analogamente a quanto verificatosi in febbraio, riteniamo vi siano rilevanti probabilità che un minimo di lungo termine dei mercati azionari possa già essere stato segnato, anche solo sulla base di semplici considerazioni grafiche.
Il momento attuale non è facile, ed è abbastanza poco chiaro in quanto influenzato da elementi esterni ai mercati stessi.
Se ci sarà conferma in tal senso, l’intera fase ribassista durata dai massimi di febbraio, per taluni mercati, e da maggio per altri, sarebbe in effetti da interpretare, in una logica di lungo termine, come una semplice correzione del trend iniziato nel 2009.
Ci rendiamo conto che in questa fase, caratterizzata da elevata volatilità e repentini mutamenti di trend, affermare la formazione di un minimo di lungo termine possa sembrare un azzardo, ma l’analisi tecnica ha, spesso, le sue buone ragioni, soprattutto sul lungo termine, e vediamo quindi alcune delle principali ragioni che spingono verso una considerazione di questo tipo.
Sul tedesco Dax, congiungendo i minimi di marzo 2009 e di settembre 2011, si ottiene una trendline supportiva di lungo termine, la cui parallela, di resistenza, interseca non solo i massimi di febbraio e di maggio 2011, così da formare un ampio canale rialzista, ma anche altri rilevanti punti di svolta del passato, come i minimi del settembre 2003 e del luglio 2008.
Ne risultano, quindi, due linee di tendenza, assolutamente rilevanti anche in ottica di lunghissimo termine, e proprio in coincidenza con il passaggio della retta supportiva di tale canale, l’indice tedesco ha ripreso la via del rialzo, nel mese di settembre.
Analoghe considerazioni possiamo formulare per altri indici, come l’Eurostoxx.
Sul relativo grafico è facile individuare una retta di resistenza intersecante i principali massimi dal 2009, come quelli di dicembre 2009, di aprile 2010 e di febbraio 2011, mentre la parallela a tale retta funge da supporto di un ampio canale rialzista, a partire da marzo 2009, e proprio a settembre 2011, analogamente a quanto verificatosi sul Dax, in corrispondenza di tale retta si è formato il minimo, da cui i corsi sono ripartiti.
Situazione analoga troviamo anche sul FTSE MIB, mentre l’indice Dow Jones è stato caratterizzato ad un ampio canale rialzista di lungo, la cui retta di resistenza ha intersecato i massimi di aprile 2010 e di aprile 2011, e la cui retta di supporto, tracciata, ancora una volta, da marzo 2009, ha intercettato il minimo di ottobre 2011.
Sono minimi di lungo termine, quindi, quelli toccati sui principali mercati azionari tra settembre ed ottobre?
Potrebbe essere così, ma tale scenario dovrà essere confermato. Una conferma in tal senso proverrebbe, comunque, dal superamento della retta di resistenza dei canali ribassisti, nei quali i corsi azionari sono ancora inseriti, formatisi a partire dai massimi dell’anno in corso.
Comunque, grande attenzione a quello che accadrà nelle prossime settimane, in quanto tutti i nodi si dipaneranno e avremo ulteriormente chiaro lo scenario futuro:
siamo ad un punto nodale, e da ora si capirà se i minimi sono stati segnati o presto ne vedremo nuovi!