Un icerberg attende l’Italia oppure il fondo è stato già grattato?

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Oggi la nostra redazione Finanza e Mercati ha intervistato il noto economista Prof. Emanuele Canegrati al quale verrà assegnato il Premio Eccellenza nel corso dell’Annual Meeting di ProiezionidiBorsa del 4 dicembre a Palazzo Ferrajoli Roma .

Un icerberg attende l’Italia oppure il fondo è stato già grattato?

Questa pandemia ha rotto tutti i canoni, in termini di possibilità di effettuare previsioni accurate sull’andamento futuro delle economie. Già di per se stessa, l’attività di fare previsioni presenta caratteristiche di forte aleatorietà e imprecisione. La pandemia ha esacerbato ancora di più queste difficoltà, e pertanto ci ritroviamo a leggere stime che, sappiamo, tra due mesi potrebbero già non essere per nulla ragionevoli.

Detto questo, l’avvento dei vaccini e delle pillole lascia ragionevolmente pensare che potranno anche esserci altre ondate di contagi in futuro ma che difficilmente le società torneranno a dei lockdown totali, con il conseguente tracollo del Pil come quello che abbiamo sperimentato nel 2020. Quindi, a mio parere, è possibile che le stime per i prossimi anni possano essere, anche a breve, riviste al ribasso, ma è razionale pensare che il punto di minimo sia, in ogni caso, stato toccato.

Di cosa ha bisogno il nostro Paese per diventare leader in Europa?

Mi sembra che negli ultimi mesi la leadership italiana sia molto aumentata. Certamente il buon utilizzo delle risorse comunitarie provenienti dal Recovery Fund potrebbe consolidare la reputazione di Paese virtuoso nei confronti dei partner europei.

Cosa accadrà se la FED alzerà i tassi? Cosa farà in quel caso la BCE?

La FED alzerà quasi sicuramente i tassi d’interesse nel 2022, come misura di contrasto alla pesante recrudescenza inflazionistica che si sta osservando negli Stati Uniti. La vera domanda è: di quanto alzerà i tassi? Quanti aumenti ci saranno nel corso dell’anno? Credo che i mercati finanziari siano già stati preparati a sufficienza a questa mossa, e che, in parte, l’aumento sia già stato inglobato nei prezzi degli strumenti finanziari. Certamente, qualche correzione al ribasso è facilmente prevedibile, anche per il semplice fatto che qualche investitore approfitterà della mossa per realizzare guadagni. Più difficile, invece, prevedere le mosse della BCE. Anche l’eurozona è stata colpita, come quella USA, da un forte aumento dell’inflazione.

Eppure, a differenza della FED, i banchieri europei continuano a ripetere che l’aumento dei prezzi sarà soltanto un fenomeno transitorio. E di conseguenza, questa transitorietà non è sufficiente a giustificare un irrigidimento nella stance di politica monetaria. Questa posizione è, tuttavia, molto rischiosa perché se l’inflazione dovesse, come sembra, assumere caratteri permanenti, Francoforte si troverebbe in ritardo nella politica di aumento dei tassi d’interesse, con la conseguenza che la situazione potrebbe sfuggire di mano, creando danni significativi sui mercati finanziari e, di riflesso, sull’economia reale. Il timing, nella politica monetaria, è una variabile che non si può dimenticare.

Cosa fa salire i mercati? Premio per il rischio a favore e mancanza di alternative oppure?

A mio avviso, i mercati finanziari si sono incanalati, da anni, in un mispricing senza precedenti delle attività finanziarie. Non discuto sull’opportunità o meno di intraprendere politiche monetarie “ultra espansive”, come quelle intraprese negli ultimi anni dalle banche centrali di tutto il mondo, per contrastare le varie crisi finanziarie che si sono susseguite, a partire da quella di Lehman Brothers. Dico soltanto che l’azzeramento dei tassi d’interesse, o anche l’averli portati in territorio negativo, ha annullato completamente la profittabilità del segmento fixed income (sovereign e corporate), costringendo quindi i grandi gestori di fondi d’investimento a puntare tutto sull’azionario, gonfiando i prezzi dei titoli in maniera esagerata. Il pricing attuale non rappresenta, a mio avviso, il market value, in quanto l’azione delle Banche centrali ha momentaneamente interrotto il corretto funzionamento del processo spontaneo di ricerca del giusto prezzo nei mercati. Quando la stance di politica monetaria sarà ristretta, e la cosa potrebbe avvenire a breve, temo che qualche episodio di forte correzione dei mercati possa quindi avvenire. La tassa sul risparmio rappresentata dai tassi d’interesse negativi non può durare ancora a lungo.

Per approfondimento a “Un icerberg attende l’Italia oppure il fondo è stato già grattato” leggere gli articoli precedenti di Emanuele Canegrati