In questo articolo tratteremo il rafforzamento di un importante incentivo per le famiglie attualmente in fase di discussione. Non si tratta di una novità, ma della riproposizione di un’iniziativa nata con il Decreto Rilancio. Proprio con il D.L. 34/2020 il Governo ha introdotto alcune misure a sostegno delle famiglie. A questo proposito abbiamo recentemente parlato del bonus sulle ristrutturazioni edilizie.
Oggi andremo ad approfondire la proroga del reddito di emergenza e vi introdurremo alcune novità. Il reddito di emergenza è nato con lo scopo di supportare le famiglie escluse dalle tutele previste dal Decreto Cura Italia. Il 31 luglio sono scaduti i termini per le domande di accesso al reddito e le richieste sono state inferiori alle aspettative. L’INPS infatti ha approvato circa 230mila richieste su oltre 2 milioni di indennità previste dal Ministro Catalfo. Con la nuova manovra però, un contributo di 840 euro al mese per le famiglie potrebbe arrivare da settembre.
Il reddito di emergenza
Il Ministero aveva prorogato di un mese il periodo utile per richiedere il reddito. Ora il Governo pensa anche di modificare i criteri di accesso. Secondo alcune indiscrezioni, il Ministro del Lavoro vorrebbe estendere il reddito di emergenza fino al 15 settembre. E’ possibile che il Decreto Agosto allunghi di due mensilità il reddito per gli attuali percettori e riapra le richieste a nuovi possibili beneficiari. In questo caso dovremo attendere il decreto attuativo per i nuovi criteri. Questi dovranno necessariamente essere diversi dai precedenti per evitare un nuovo flop.
Sembra certo che i requisiti per la richiesta si baseranno sul modello ISEE e sul numero di familiari a carico. L’importo massimo dell’assegno mensile dovrebbe essere di 840 euro. Insomma, un contributo di 840 euro al mese per le famiglie potrebbe arrivare da settembre. Ministero e INPS stanno lavorando per rendere la manovra più vicina alle esigenze delle famiglie in difficoltà.
Il rischio di escludere i più deboli
Il primo tentativo di introdurre il reddito di emergenza ha destato scarso successo. Molto probabilmente a causa delle sovrapposizioni con altre manovre come la proroga della Naspi e lo stop ai licenziamenti. Ma non dobbiamo dimenticare quanti non hanno visto accogliere la propria domanda. L’allungamento di due mesi del beneficio rischia quindi di non raggiungere un numero rilevante di famiglie.
I nuovi criteri dovranno consentire a tutti gli esclusi dalle altre misure di sostegno di accedere ad un aiuto dello Stato. L’INPS ha evidenziato come oltre 223mila domande, pari al 49% di quelle ricevute sia risultato non idoneo ai criteri indicati dal Decreto Rilancio. La sfida per l’Esecutivo è ora quella di individuare dei criteri di accesso che consentano di sostenere veramente le famiglie in difficoltà. Ovviamente evitando concessioni indiscriminate a salvaguardia dei soldi dei contribuenti italiani.