Qual è l’olio migliore per friggere? Quello di semi di girasole o quello di oliva? Una delle domande più comuni del mondo alimentare. La nostra redazione risponderà a questo quesito in base alle analisi scientifiche e alle conoscenze in materia dei nostri esperti. Vedremo infatti tutti i consigli utili per una frittura salutare secondo la medicina alimentare e il parere degli addetti ai lavori.
La scelta dell’olio migliore
Prima domanda alla quale rispondere: qual è quindi l’olio migliore. Il migliore è quello maggiormente resistente all’alzarsi della temperatura, quello cioè che vanta la maggior concentrazione di grassi monoinsaturi. In questo caso allora la scelta cade su due:
A) olio di oliva;
B) olio di arachidi.
Per esempio, l’extra vergine di oliva, tanto pregiato, quanto in grado di elevare la qualità del nostro fritto, disperde le sue sostanze a causa dell’elevata temperatura della frittura.
Il punto di fumo, criterio di salute
Tra tutti i consigli utili per una frittura salutare secondo la medicina alimentare, dobbiamo valutare il punto di fumo. Ossia il momento in cui la temperatura sale fino a creare un fumo continuo e costante. Il punto di fumo ideale per la nostra salute è raggiunto tra i 160 e i 180 gradi. Qui la frittura raggiunge il top della qualità, senza liberare sostanze nocive alla salute. In questo ancora una volta:
A) olio di oliva;
B) olio di semi di arachidi,
rappresentano la scelta adatta per il raggiungimento della soglia di sicurezza del punto di fumo.
La quantità giusta
Il nostro “team benessere” ricorda poi che è fondamentale anche la giusta quantità da utilizzare per la frittura. Poco olio significa non raggiungere i famosi 170 gradi e quindi impregnare gli alimenti che stanno friggendo. Con buona pace della nostra ricerca di salute e benessere. Ricordiamo infine che la cottura, o frittura, andrebbe fatta una volta sola, al termine del quale, l’olio esausto va appartato e portato all’isola ecologica per lo smaltimento.
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