Non tutti gli illeciti fiscali hanno la stessa gravità e quindi non tutti integrano fattispecie penali. Di conseguenza, solo determinate condotte di evasione, hanno rilevanza penale. Quali sono tutti i casi di quando l’evasione fiscale è reato?
Nella specie, una task force del Governo ha identificato 19 profili di evasore, di cui solo alcuni corrispondenti a reati. Infatti, la legge stabilisce quando un illecito è punibile con una sanzione amministrativa (ammenda) quando con una sanzione penale (multa o carcere). La differenza, in genere, poggia su una soglia quantitativa, cioè dipende da quanto si evade.
Un discorso a parte merita, poi, l’elusione fiscale, che rappresenta una zona grigia in cui si usano le norme esistenti allo scopo di eludere le tasse. Quindi, a questo punto, procediamo con lo specificare quando l’evasione fiscale è reato e quali sono le relative sanzioni. La normativa di riferimento è il D.lgs. n. 74 del 2000, modificato dal D.l. n. 138 del 2011 e ulteriormente ritoccato dal Dlgs. n. 158/2015. Vediamo, quindi, caso per caso e schematicamente, tutti i casi di quando l’evasione fiscale è reato.
Dichiarazione fraudolenta
La condotta penalmente rilevante consiste nella falsificazione delle dichiarazioni dei redditi o Iva inserendo elementi passivi fittizi (falsa fatturazione) o alterando le scritture contabili. Il reato sussiste se: a) l’imposta evasa è superiore a 30mila euro con riferimento a ciascuna delle singole imposte e b) i redditi non dichiarati superano il 5% del totale o comunque 1,5 milioni di euro. Nella fattispecie, la sanzione corrispondente è quella della reclusione da 1 anno e 6 mesi a 6 anni.
Dichiarazione infedele
La condotta penalmente rilevante consiste nelle dichiarazioni non veritiere al di fuori dei casi precedenti. In tal caso, il reato sussiste se: a) l’imposta evasa è superiore a 150mila euro e b) i redditi non dichiarati superano il 10% del totale o comunque i 3 milioni di euro. La sanzione è della reclusione da 1 a 3 anni.
Dichiarazione omessa
La condotta è quella di mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi, Iva e anche del 770 entro 90 giorni dalla scadenza. Il reato sussiste se l’imposta evasa è superiore a 50mila euro. La pena prevista nel caso di specie è della reclusione da 1 a 3 anni.
Omesso versamento IVA e ritenute certificate
La condotta penalmente rilevante, in questo caso, sussiste allorquando si evade per 250mila euro.
Emissione di fatture false
La condotta rilevante consiste nella emissione di fatture o ricevute per operazioni inesistenti. Ciò, al fine di consentire a terzi l’evasione dell’imposta sui redditi o dell’Iva, a prescindere dall’utilizzazione o meno dei documenti falsi e dall’importo. La pena varia da 1 anno e 6 mesi a 6 anni.
Occultamento o distruzione di documenti contabili
Il reato sussiste in caso di distruzione o occultamento di scritture contabili o altri documenti di cui è obbligatoria la conservazione. Lo scopo cui deve essere finalizzata la condotta è quello di non consentire la ricostruzione dei redditi o del volume d’affari. La pena prevista è quella della reclusione da 6 mesi a 5 anni. Inoltre, occorre sapere che per tutti questi reati non si applica la sospensione condizionale della pena se l’imposta evasa supera il 30% del volume d’affari o i 3 milioni di euro.