Tutte le azioni da non fare con i soldi contanti

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Gli Esperti di ProiezionidiBorsa hanno analizzato in diverse occasioni quanto previsto dalla normativa in merito all’uso dei contanti. Sappiamo che il Governo sta cercando di spingere cittadini ed imprese ad usare prevalentemente i mezzi di pagamento tracciati. A questo scopo, ha predisposto sia incentivi come il cashback, sia sanzioni per chi non rispetta le norme. Anche a causa della ripetuta modifica del tetto massimo ai contanti, molti italiani sono ancora confusi sulle modalità lecite di utilizzo. In questo articolo vogliamo elencare, quindi, tutte le azioni da non fare con i soldi contanti.

Mai sul conto

Versare dei contanti sul proprio conto corrente comporta un’elevata probabilità di controlli da parte del Fisco. Tra tutte le azioni da non fare con i soldi contanti senza provenienza dimostrabile, portarli in banca è certamente la meno consigliabile. Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi prevede, infatti, uno squilibrio a favore dell’Agenzia delle Entrate in caso di controlli. Il Fisco può quindi presumere l’origine illecita di tutti i versamenti in contanti privi di preciso giustificativo. In altre parole, è difficilissimo effettuare ingenti versamenti in contanti sul proprio conto senza subire una sanzione.

Un limite alle spese

Non potendo versare questi soldi sul conto corrente, viene naturale utilizzare i contanti per effettuare delle spese. Con questa scelta però, il cittadino va incontro a due tipologie di problemi. La prima è che non potrà effettuare singoli acquisti sopra la soglia prevista dalla legge, che al momento è di 2.000 euro. Il secondo problema è che l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli sui nostri acquisti e sul nostro tenore di vita. Andranno quindi evitate tutte le spese che richiedono l’inserimento dei propri dati, come polizze, immobili o autoveicoli. Oltre a beni di lusso che possano attirare l’attenzione dei funzionari del Fisco.

Tutte le azioni da non fare con i soldi contanti

Alcuni pagamenti in contanti non sono vietati ma rientrano comunque tra tutte le azioni da non fare con i soldi in contanti. Spese mediche o ristrutturazioni edilizie, ad esempio, perdono i benefici fiscali previsti se effettuate in contanti. In questo caso, insomma, lo Stato non sanziona direttamente. Penalizza però, impedendo la detrazione dall’imponibile IRPEF. Anche donazioni e prestiti vanno necessariamente effettuati con strumenti tracciabili come bonifici e assegni. La soglia massima ammessa oggi è di 1.999,99 euro ma scenderà a 999,99 dal 2022. Le sanzioni previste per i trasgressori possono arrivare a 50.000 euro. Anche i prelevamenti sono sotto osservazione da parte dell’Erario. Soprattutto le operazioni di importo superiore ai 10.00 euro al mese che possono spingere la banca ad effettuare una segnalazione. Per comprendere a fondo i rischi connessi ai versamenti e le logiche di segnalazione delle banche, consigliamo un nostro recente approfondimento.