Tutta questa liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali sta creando una bolla?

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Tutta questa liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali sta creando una bolla? Il concetto di bolla sicuramente non è un argomento nuovo per gli investitori. Già nello scorso decennio, infatti, tutti si preoccupavano. Si preoccupavano che questo eccesso di liquidità potesse creare una bolla sui mercati. Ovviamente questa tesi torna prepotente in questo periodo. La liquidità serve soprattutto per sostenere l’economia reale. E rendere il sistema economico più solido e sicuro. Parte dell’acquisto delle obbligazioni governative da parte delle banche centrali è infatti finalizzato ad uno scopo specifico. Ad agevolare i governi. Che così hanno la capacità di finanziarsi a costi più contenuti. E adottare tutte le politiche fiscali a sostegno dell’economia.

Secondo i critici, c’è un rischio derivante da questa situazione. Che è quello di far aumentare quelle aziende definite zombie. Ossia quelle che riescono a sopravvivere esclusivamente in un caso. Cioè mediante l’emissione di debito a basso costo. Questo potrebbe portare quindi a un’espansione economica meno efficiente che in passato.

L’altra cosa da considerare riguarda le valutazioni degli asset rischiosi. Sicuramente l’espansione monetaria e i bassi tassi di interesse ne influenzano il valore. Contribuendo, ad esempio, al restringimento dei rendimenti a scadenza delle obbligazioni corporate. Tuttavia gli asset rischiosi continuano ad offrire una forte componente di premio al rischio. Premio che pesa positivamente sui rendimenti attesi.

Tutta questa liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali sta creando una bolla?

Anche nel caso ci fosse una bolla, il detonatore che potrebbe farla scoppiare sia meramente ipotetico. Potrebbe, infatti, essere rappresentato da un cambiamento repentino nella politica monetaria. Che tuttavia difficilmente cambierà rotta nei prossimi anni. Lo ha infatti confermato anche Powell nei giorni scorsi. Lo ha fatto quando ha annunciato di voler contenere i tassi di interesse fino al 2023. Ma la cosa si è vista anche nel cambio di strategia che era stato annunciato nelle scorse settimane. Dove la FED aveva legato le proprie azioni strategiche maggiormente alla lotta alla disoccupazione rispetto al contenimento dell’inflazione. Tutti questi indicatori mostrano quindi una certa flessibilità. Flessibilità che ha l’obiettivo di garantire un percorso graduale di ritorno alla normalità.

In definitiva, non neghiamo che sicuramente ci siano dei rischi legati all’eccesso di liquidità. Ma riteniamo anche che questi rischi siano di gran lunga superati dai benefici per l’economia. Non pensiamo infatti ad uno scenario diverso. Uno scenario in cui le banche centrali facciano mancare la liquidità necessaria al sistema. In questo caso, per fortuna non realistico, ci sarebbe veramente da preoccuparsi. Ovviamente per gli effetti sugli investimenti. Ma anche perché è l’economia reale non avrebbe il sostegno che oggi è vitale per la sua ripresa.