Tutela del patrimonio: come proteggersi? Ultima parte

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A cura di Gian Piero Turletti

Autore di

Magic box

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In questa ultima parte di questo minicorso, vi parlo dei sensori volumetrici.

Come indica il nome, questi sensori tutelano l’ambiente interno, monitorando che non vi siano cambiamenti nell’area controllata.

Oggi i tipi più diffusi di sensore volumetrico sono due, ad infrarossi e a microonde.

Il primo percepisce una variazione di radiazione infrarossa nell’ambiente monitorato, che dovrebbe verificarsi, perchè il corpo umano emana appunto raggi infrarossi.

I sensori a microonde, invece, saturano l’ambiente con onde radio (come i radar) e quindi percepiscono la variazione di queste al passaggio di intrusi.

Sono infatti, a tutti gli effetti, dei piccoli radar.

Ma quali sono i relativi pregi e difetti?

Il sensore ad infrarossi rischia di essere, talora, tropo poco sensibile, e di poter essere bypassato dai ladri.

Infatti i raggi infrarossi emessi dal corpo umano possono essere schermati, ad esempio con abbigliamenti pesanti e, in testa, con un casco.

Talora, almeno per i sensori meno sensibili, questo è sufficiente per evitare di farli scattare.

Quindi possono essere ingannati.

Sicuramente questo inconveniente viene in gran parte meno nel caso di un sensore a microonde.

Dal momento che queste sondano l’ambiente e sono modificate anche da piccoli movimenti, non sono possibili forme di oscuramento visivo.

Tuttavia, nel caso di sensori a microonde, possiamo avere il difetto opposto, un’eccesiva sensibilità.

Infatti, se non ben tarati ed installati, dal momento che le microonde sono anche in grado di superare barriere fisiche, compresi i normali muri, potrebbero attivarsi per un segnale proveniente dall’esterno dell’ambiente protetto.

Ad esempio, è capitato che un sensore desse l’allarme perché captava il movimento di una tubatura d’acqua, dentro il muro.

Spesso i due sistemi, ad infrarossi e a microonde, si ritrovano entrambi nei cosiddetti sensori a doppia tecnologia.

Sono appunto sensori che inglobano sia il microonde che l’infrarossi.

In molti casi è possibile farli lavorare disgiuntamente, cioè decidere se attivare solo il microonde o l’infrarosso. Oppure congiuntamente.

Questa seconda opzione serve per filtrare ancora di più i possibili falsi segnali.

Ed infatti l’antifurto entra in azione solo se riceve un allarme da entrambi i sistemi.

Ma ovviamente il segnale rischia di essere troppo poco sensibile.

Qua’l è la soluzione migliore?

A mio avviso, si trova in un diverso tipo di sensore, che risale agli albori della tecnologia dei sensori volumetrici.

Mi riferisco al sensore ad ultrasuoni.

Nel tempo, come dicevo, è stato spesso soppiantato, da parte delle case produttrici, dai sensori dianzi descritti.

Tuttavia viene ancora prodotto, e garantisce particolari vantaggi.

A differenza dell’infrarosso, non può essere oscurato visivamente.

Emana infatti onde sonore non udibili dall’orecchio umano, con la stessa funzione del microonde.

Solo che, a differenza di quest’ultimo, l’ultrasuono non oltrepassa i limiti fisici dell’ambiente da monitorare e, pertanto, è sicuramente meno soggetto a falsi segnali.

SI conclude qui questo minicorso.

Spero di aver fornito alcuni pratici consigli, senza farsi condizionare da tecnici o venditori, a volte un po’ troppo interessati a piazzare prodotti inutili, solo per esigenze commerciali.