Trump, starà sulle “scatole” a decine di artisti o pseudo tali, cantanti famosi e attori, a buona parte della stampa e dell’ “intellighenzia” americana ma ormai è una dato di fatto: la sua politica sta funzionando.
Alle borse (focus sui mercati americani) che hanno ritoccato massimi su massimi è stato chiaro da subito che era il presidente giusto per risalire e poco importa se ora è stato il momento di un ritracciamento che anche potrebbe riproporsi a breve, un presidente USA che abbassa le tasse e combatte la smania della FED di alzare i tassi di interesse non può che aggiudicarsi le simpatie sfrenate di tutto il mondo finanziario .
Qualche dichiarazione pepata nei suoi confronti è arrivata anche da esponenti di questo settore ma poi sappiamo che nel gioco delle parti questi piccoli punzecchiamenti pubblici spesso non corrispondono ai rapporti privati e ancora meno nel segreto del voto.
Il ciclo macro-economico di Trump ha sempre più le sembianze dei migliori periodi di Reagan e di Clinton, ere a bassa disoccupazione e ciclo produttivo ai massimi, proprio come ora.
Ulteriori conferme sono venute dai dati odierni:
Tasso di utilizzo delle capacità produttive (Set) | 78,1% | 78,2% | 78,1% | ||||
Produzione industriale (Mensile) (Set) | 0,3% | 0,2% | 0,4% | ||||
Produzione manifatturiera (Mensile) (Set) | 0,2% | 0,2% | 0,3% | ||||
Nuovi Lavori JOLTs (Ago) | 7,136M | 6,945M | 7,077M | ||||
Indice NAHB del mercato immobiliare residenziale (Ott) | 68 | 68 | 67 |
Tasso di utilizzo un filo sotto le attese ma in linea col precedente.
Straordinari sia la produzione industriale ancora una volta sopra le attese e ancora di più il numero di nuovi lavori che supera la soglia dei 7,1 milioni , record assoluto da quando osserviamo questo dato e in base alla banca dati disponibile.
Insomma non si trovano tracce di crisi. Le borse ogni tanto possono pagare dazio e ancora pagheranno con buone probabilità ma l’economia americana è in una fase virtuosa ben difficile dall’essere bruscamente interrotta se non da fattori esterni che al momento non si vedono all’orizzonte.
Trump ora dovrebbe moderarsi , quando un motore funziona alla perfezione la cosa peggiore da fare è ritoccarlo in maniera sensibile. Meglio sfruttarne appieno il ciclo di efficienza e competitività per evitare di ingolfarlo con eccessive pressioni o innalzando eccessivamente le aspettative e i target.
In questa direzione di equilibrio e sostegno al ciclo anche sul fronte dazi sarebbe lecito un approccio più morbido.
Interessante sarà poi monitorare il dollaro che ogni giorno di più rischi a di fare veramente gola a molti trainato verso l’alto da un ‘economia in fase ascendente e contemporaneamente dai tassi sui bond americani in aumento.
Per dire, oggi i Bond USA a sole quattro settimane sono saliti al 2.155% dal precedente 2.135%.
Insomma col vento in poppa è inutile soffiare…