Trump l’inceppatore” di se stesso. L’S&P500 soffre gli eccessi della Casa Bianca

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Negare che Trump abbia meriti importanti nel ciclo virtuoso che accompagna da tempo l’economia americana sarebbe negare l’evidenza.

Allo stesso tempo avevamo avvisato che quando tutto va bene è spesso inopportuno apportare grandi cambiamenti.

Approfondimento Aria di tempesta all’orizzonte!

Il protezionismo di Trump sta agendo su due fronti:

– IMMIGRAZIONE e qui gli effetti si stanno facendo sentire sul settore immobiliare che ha dato ripetuti segnali di rallentamento nelle ultime due settimane

– DAZI doganali e qui Trump sta dando il suo peggio inimicandosi paesi che certamente esportano grandi volumi negli Stati Uniti me nel contempo sono anche rilevanti compratori di prodotti made in USA.

L’S&P500 negli ultimi anni ha quasi sempre (dal 2016 sempre) bellamente ignorato le turbolenze degli altri listini, forte di flussi di liquidità ingenti messi a disposizione della FED e di politiche espansionistiche della Presidenza e di Trump in particolare in campo economico.

Stavolta non è così l’S&P500 e gli altri indici USA stanno partecipando con gusto a questo ribasso.

Ribasso molto in ritardo rispetto ai cicli storici e che nella norma ha ancora non  più di tre/quattro punti percentuali di discesa a disposizione, ma che comunque segna un cambiamento rispetto al recente passato.

E’ un fatto che la FED avviando il secondo ciclo di mini-rialzi dei tassi di interesse ha la sua responsabilità nel cambio di strategia dei grandi operatori, non fosse altro per avere reso nuovamente appetibili i rendimenti dei Tbond americani.

Così come le problematiche che giungono dall’Europa dalla Turchia all’Italia sono certamente in qualche misura condizionanti nel fare scendere la propensione al rischio propria dell’equity.

Negare però che le manovre aggressive di Trump abbiano esercitato una forzatura evidentemente non gradita ai grandi gestori è negare l’evidenza con lo stesso metro con cui all’inizio si diceva di non poterne negare i meriti.

Oggi tra l’altro anche i dati macro –economici di giornata  stanno contribuendo e innervosire l’S&P500:

Indice manifatturiero della FED di Richmond (Ott) 15 25 29
Consegne del settore manifatturiero di Richmond (Ott) 7 33
Indice Richmond dei servizi (Ott) -1 18

 

Stiamo parlando di Richmond…non certo della più importante frontiera produttiva americana, ma trattasi comunque di una dato di molto sotto il consensus e addirittura dimezzato rispetto alla rilevazione precedente.
Quanto basta per mettere in agitazione il già agitato Trump.

Tanto che il Wall Street Journal ipotizza che la Casa Bianca abbia già allo studio una nuova manovra di tagli fiscali per favorire la tenuta del ciclo economico e perché no, anche la risalita degli indici di borsa , S&P500 in testa.

D’altronde Trump sa bene che per tradizione nell’anno di Midterm le borse USA producono il massimo dei loro guadagni negli ultimi due mesi dell’anno e certamente non vorrebbe essere lui a smontare questo tracciato statistico però fondamentale per mantenere ed accrescere i suoi consensi.