Trump e Cina d’accordo: fantapolitica?

guerra dei dazi

Trump e Cina d’accordo? La guerra dei dazi potrebbe essere una farsa?

Per una volta ci divertiamo a disegnare uno scenario fantasioso.

Uno di quei quadri che potrebbero essere definiti di fantapolitica, proprio oggi che riparte il fantacalcio!

Chi non gradisce può ovviamente passare oltre…

In questa vicenda dei dazi tra USA e Cina ci sono diversi aspetti che non convincono. Nell’era del Deep State (che Trump sta peraltro combattendo) è opportuno non scartare mai nessuna ipotesi.

Vediamo i punti che scatenano i dubbi.

Trump e Cina d’accordo: la strategia della Casa Bianca

Già mesi fa, sul Wall Street Journal, venne evidenziato come Trump avesse chiarito che in una qualsiasi trattativa il suo modello prevede di tirare e tirare la corda fino ad ottenere il meglio possibile senza spezzarla.

E’ ovvio che in questo momento per le migliaia di aziende americane che esportano in Cina, dai colossi alle PMI USA, questa escalation sui dazi fa malissimo!

Sappiamo anche che gli economisti di Trump gli hanno chiarito che non facendo nulla il rallentamento di economia e Borse americane cadrà esattamente nella prossima campagna elettorale nella quale il Tycoon intende ricandidarsi.

E ovviamente tornare alla Casa Bianca sospinto da una posizione di forza.

Nessuno gli potrebbe togliere gli evidenti risultati da record del ciclo economico USA ottenuti sin qua.

Ma sappiamo quanto umorale sia una parte dell’elettorato e quindi arrivare alle elezioni in una fase depressa non sarebbe il miglior viatico per tornare allo studio ovale.

Gli incontri con Li Kepiang

I due incontri tenutisi nel 2019 tra Trump e il leader cinese Li hanno sempre fatto trapelare ottimismo.

Tanto da ridare sempre e subito vigore ai mercati…troppo?

Possibile che due cordialissimi incontri sfocino poi in prese di posizione così drastiche?

Ma la cosa che lascia più perplessi (e qui sinceramente ci auguriamo che non cambi nulla…) è che le fortissime tensioni doganali tra USA e Cina non trovano riscontro in alcun altro elemento di incontro tra le due superpotenze.

Mi spiego, se c’è una fase di discreta armonia a livello di politica internazionale tra Washington e Pechino è proprio questa.

Nessuna accusa, nessun attacco se non sul fronte dei dazi…

Certamente il problema è quello sulle tariffe doganali, ma il fatto che le tensioni non esondino in altri segmenti dei rapporti cino-americani è un po’ strano…o no?

Mass-media e Borse a onde

Un altro particolare che lascia perplessi è quello riguardante il comportamento di media e Borse in relazione alla guerra sui dazi.

In alcuni momenti i cali di borsa sono stati imputati praticamente in esclusiva appunto alle dinamiche doganali.

Poi però magari dopo qualche seduta senza nessun cambiamento nelle trattative i listini riprendevano quota come se il problema fosse risolto.
Mentre nella norma in questi casi di attesa semmai si creano dei canali laterali dei prezzi.

Cosa resa ancora più anomale dal fatto che le stesse reazioni di parte della stampa più quotata sono state spesso asincrone rispetto all’effettivo dispiegarsi delle trattative.

Come se chi di dovere dovesse aspettare il momento giusto per riattizzare le braci dei dazi.

Carboni ardenti che non hanno mai cessato di ardere sotto la cenere delle buone intenzioni qua e là esplicitate.

Trump e Cina d’accordo: chi ci guadagna dalla crisi sui dazi?

Nessuno pensa nemmeno lontanamente che gli americani possano sfruttare sui mercati con speculazioni l’uscita di notizie che poi regolarmente come accaduto ieri hanno effetto di scatenare movimenti direzionali.

Ma al riguardo l’atteggiamento cinese è, diciamo così, molto più disinvolto…

Trump d’altro canto abbiamo visto come abbia la necessità di non fare “cadere” il rallentamento economico e delle Borse proprio in campagna elettorale.

E ha capito che la FED non si muoverà con decisione nei pesi dei tagli dei tassi in assenza di vere criticità.

Eccole dunque servite sul piatto queste criticità!

Un vero sciacquone sulle Borse, una vera frenata economica implicita nell’aumento delle tariffe doganali: et voilà ecco messe davanti a Powell le condizioni per cui nei prossimi mesi la FED dovrà smuoversi.

Nel contempo se i calcoli sono stati fatti giusti, magari tirandola in lunga ancora un po’…,ecco che la prossima fase esplosiva di economia e Borse si andrà a realizzare proprio nel dispiegarsi della campagna elettorale americana.

E nel frattempo i cinesi avranno magari sfruttato con decisione e capitali ingenti qualche altro up and down sui mercati.

Vuoi vedere che tra i due litiganti…entrambi godono!?!

Approfondimento

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